Animescoop - 5 buone ragioni per guardare Riki Oh



Violenza. Un termine che ha sempre abbastanza connotato la produzione manga/anime Japponica a partire già dagli anni '60 quando un uomo con una maschera Tigre apparse in tutto il suo splendore, la sua Chevrolet rosso cremisi e il suo impermeabile marrone. Venti anni dopo circa grazie alle allora reti regionali - sempre siano lodate - approdò in buona compagnia sui teleschermi italiani un certo Kenshiro. Una generazione di bambini imparava cosi' - senza riprovarli eh, don't try this at home non l'avevano ancora inventato ma si presumeva fosse implicito - di arti marziali assassine con una Croce del Sud e le stelle dell'Orsa Maggiore. Oppure si dilettava a seguire lotte clandestine attraverso un videogame dove chi premeva più veloci i pulsanti vinceva. 

In tutto questo, in Jappolandia la premiata ditta Masahiko Takajo e Tetsuya Saruwatari pensava bene di disegnare un manga che vedeva come protagonista Riki-Oh, uno a cui è meglio dare ragione oppure il suo sguardo - e non solo quello - poteva perforarti. Solo con l'avvento di Internet e grazie a dei volonterosi fansub l'opera sarebbe arrivata nel mondo occidentale; i diritti furono poi acquistati solo a metà anni 2000 ma a quanto pare non è che ci si fece molto. Ciò nonostante, l'action movie "The Story of Riki-Oh" era destinato a divenire rapidamente un cult: per chi non ne sappia proprio nulla consigli di dare occhiata alla recensione di Yotobi, uno che non ha certo bisogno di presentazioni. Ma, manga e live action a parte, Riki ha ottenuto anche la sua trasposizione animata - due OAV: "Riki Oh: The Wall of Hell" del 1989 e "Riki Oh: Child of Destruction" del 1991 -: vale la pena di guardarsela? Beh, ai posteri cinque ragioni per l'ardua sentenza. 

1- La violenza 

Mamma mia che sono le scene di combattimento in questi OAV. Nulla davvero lasciato all'immaginazione e forte la voglia di porre una mano davanti agli occhi; il tutto nonostante lo splatter sia molto meno accentuato che nel Live Action, autentico oggetto di cult anche per questo motivo. 

Sputare sangue è la norma e non impressiona; rompersi costole è consueto. E poi queste sono cose che si possono trovare in qualunque anime. No, ci vuole qualcosa di più. 

E allora ci butti dentro - solo per dirne alcune, eh, che qui siamo di fronte all'enciclopedia illustrata dello splatter - gente tagliata in due con una katana, pugni che sfondano mani, fratture alle ossa mostrate con sapiente effetto raggi x, mutilazioni di braccia e gambe. 

Ah non basta? Beh, allora: pugni che aprono buchi nell'addome, budella mostrate come se fossero caramelle, cervelli che fuoriescono dalla scatola cranica. 



2- La trama

Probabilmente occorrerebbe leggere il manga però qualcosa si capisce - sia pure con molti buchi - anche dagli OAV. Parti dall'inizio, va. 

Riki e il fratelo gemello Nachi son partoriti da una donna che si trova in prigione e che è persino condannata morte: affronterà il suo destino a testa alta, dopo aver allattato i bambini, e minacciando pure "The Being" - non chiedere: non si spiega chi sia - che i suoi pargoletti cresceranno e torneranno per distruggerlo. I due marmocchi hanno infatti dei poteri particolari che sono connessi alla presenza nei dorsi delle loro mani di una Svastica e di una Stella di Davide; verranno portati via dalla prigione grazie a Kiyo, vecchia che poi ritroveremo come "Itako", cioè persona in grado di comunicare - a prezzo di qualche dolore e sangue a fiotti ovviamente, non siamo mica su Candy Candy - con i morti. Riki, alla ricerca del fratello che abbandonò da piccolo durante una sessione di nascondino per essere adottato dalla ricca famiglia Saiga solo perchè voleva un triciclo nuovo - giuri, è proprio cosi -, passerà prima per un penitenziario che farà crollare sapientemente - sempre stragi e sangue a profusione - e poi per la città - non si sa quale - dove lo ritroverà e lo ridurrà a migliori consigli giacchè nel frattempo era divenuto malvagio nonostante fosse considerato un "Dio Umano". 

Questo in brevissimo, eh: di mezzo ci sono dozzinate di morti e mutilati e giusto qualche interrogativo.


3- Il mistero 

Perchè se una trama non ti fa porre delle domande allora qualcosa non funziona. E qui ce ne sono a bizzeffe, molte nemmeno risposte negli OAV. 

Intanto non viene capito il motivo per chi Riki e Nachi siano dotati di gioviali poteri come una superforza che consente di abbattere muri con un pugno oppure psicocinesi e controllo mentale. Non viene mai poi detto chi sia questo "The Being" che dovrebbero al fine distruggere secondo le parole della loro madre: forse - ma proprio forse - si potrebbe trattare del solo nominato Lord Aneyama e altrettanto forse potrebbe trattarsi di colui che parla col rettore della città Washizaki attraverso uno schermo che nemmeno quello a cristalli liquidi dei primi computer anni '80. 

Nè si riesce a venire a capo dei millemila riferimenti religiosi contenuti negli OAV. Il primo è chiaramente la presenza dei due tatuaggi/incisioni: Svastica e Stella di Davide storicamente non si accompagnano benissimo ma, quando i due simboli e i due gemelli si riuniscono, si sprigiona una forza che tra le altre cose provoca terremoti e tsunami. Nel secondo OAV si introduce poi il Gruppo di Longino, un'accozzaglia di ex minatori che tentano di resistere al malvagio rettore della città Washizaki, il cui nome è chiaramente preso da quello del soldato romano che avrebbe trafitto Gesù sul Golgota. Proprio da Washizaki si viene a sapere che lo scopo dei due gemelli dovrebbe essere quello di realizzare la volontà di Dio, ovvero in sostanza compiere un genocidio dell'intera razza umana - che, ovviamente, viene considerata quella Japponica, chè negli anime tutto avviene in Jappone e non stiamo nemmeno a provare a far notare che qualche altro staterello al di fuori vi sarebbe pure - al fine di ricominciare da zero come scritto nella Bibbia. Ora: dopo il diluvio vai a memoria ma non ricordi che questo sia l'intento della divinità. Per qualche ragione esisterebbero poi 7 vie per l'Inferno, nessuna delle quali prevede la possibilità di ritornare. 


4- I riferimenti ad altre opere

Questo punto viene già facile chè davvero è impossibile che la visione non susciti qualche ricordo. Da dove si comincia? 

Magari da Hokuto no Ken. Giusto per citarne alcuni, Riki Oh stesso si presenta con una specie di impermeabile che davvero sembra quello di Ken con il quale peraltro condivide pure più di qualche tratto somatico. 

Nel primo OAV il principale nemico diventa alfine un tizio - controllore dell'Ala Est della prigione - piuttosto effeminato che taglia lanciando sorte di bordate dalla distanza se necessario: se questo non è Yuda, proprio non si capisce chi sia. Ovviamente, è anche una discreta pippa e viene liquidato in maniera indecorosa dopo che al primo scontro sembrava imbattibile.

Alcuni dei colpi dei personaggi davvero assomigliano a quelli delle loro controparti -. a questo punto chiamiamole cosi' - di HnK. Vedere scena del pugno che buca una mano del secondo OAV che a Riki deve avergliela per forza insegnata Ken - o magari avrà visto in TV il combattimento con Shin, boh - ; vedere lo stesso personaggio di Nachi - che già di suo sa molto di Toki cattivo - che toglie la vita ad un povero tizio mezzo robotico con un colpo che sembra quello della pressione alle tempie; non contento spara pure delle bordate di aura - che assomigliano abbastanza anche ad altro comunque - e manifesta il suo ki dimostrando che i proiettili non possono nulla contro di lui come nemmeno il miglior Barran.



Ma mica finisce qui. Tutto il secondo OAV sembra una rivisitazione di Street Fighter. Si comincia infatti con la città che ospita degli scontri mortali con la possibilità di scegliere un'arma su cui è possibile scommettere; si continua con Washizaki che deve essere il gemello separato alla nascita di Bison; anche il primo dei combattenti che vediamo nel primo scontro è una copia di Zangrief. E uno dei pugnali che Riki Oh si prende guarda caso è avvelenato. 

Interessante - anche se non ti sovviene a cosa possa essere ispirato - è pure Atomic Robot, ex minatore il cui corpo è stato ricostruito in via robotica; come pure notevoli sono gli sprazzi di tecnologia avanzata che appaiono quando arrivano i Black Nights, le guardie della città, che volano con un sistema di propulsione che fa molto Capitan Futuro e sparano lance. 

5- La disponibilità 

Regalino: entrambi gli OAV sono facilmente trovabili. Il primo addirittura in lingua italiana qui; il secondo non l'hai mica trovato nella lingua di Dante ma in albionico lo si trova comodo sul tubo


Consigliato? Beh, si, mica vuoi che Riki ti venga a cercare.

Animescoop - 5 buone ragioni per guardare Riki Oh Animescoop - 5 buone ragioni per guardare Riki Oh Reviewed by radish7 on 06:31 Rating: 5

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