Il filmone: Il principe di un tennis come non lo avete mai visto




Alzi la mano chi non ha sorriso nel vedere le peripezie di Captain Tsubasa - per i meno addentro alla materia, Holly e Benji - uno spokon che ha fatto la storia negli anni '80 e ancora comunque continua a farla giacchè ogni sua riproposizione inanella qualche milionata di telespettatori. Se credevate che si trattasse dell'unico prodotto capace di mostrare cosa i Japponici sono in grado di inventare quanto si parla di sport, beh, vi sbagliavate. La lista sarebbe più lunga dei programmi di ogni partito politico prima delle elezioni: dai colpi fantasmagorici di Tutti in Campo con Lotti alle schiacciate al limite dello spazio tempo di Mimi e la Nazionale di Pallavolo; dalle battute di punta di Mila Azuki fino alla capacità di pescare balene con canne da pesca in bamboo di Sampei

Dopo la pletora di spokon di questo genere portati in Italia grazie perlopiù alla televisioni regionali - che, oh, l'allora Mediaset preferiva maghette e improbabili spadaccine della Corte di Maria Antonietta - , la tendenza si raffreddò un po' negli anni '90. Cominciava però l'epoca dell'Internetto per tutti e allora il vuoto è stato rapidamente colmato agli inizi del nuovo millennio. 

Uno de nuovi spokon a giungere in terra Alighiera fu Prince Of Tennis, mirabolante avventura di un adolescente o poco più che, a dispetto della sua giocane età e del suo fisico non ancora perfettamente formato, se la gioca con chiunque, altro che Sampras. Manga pubblicato su Shonen Jump dal 1998 al 2007 compresi, poi lunghissimo anime - no, non lo hai visto ancora tutto ma lo farai come è vero che Ivanisevic sparava le prime di servizio a 200 km/h - ed infine Live Action nel 2006. Perchè si, se lo puoi immaginare allora lo puoi anche fare e ai Japponici questa regola piace. 

Dai che le regole sono conosciute: 5 e dici 5 motivi per guardare Prince of Tennis e senza nemmeno bisogno di arrivare al Tie-Break. 


1 - Il ritmo

Il film è relativamente lunghino per gli standard Japponici - dicasi 1 ora e 51 minuti - ma vola via che è un piacere, meglio anche delle volee del genio Fuji. Merito di una sceneggiatura che non si perde troppo in caratterizzazione dei personaggi - diciamo che è bene conoscere già la serie per apprezzare il Live Action - o in momenti altamente drammatici, privilegiando decisamente le fasi di tennis giocato. Ben fatto. 

2- I personaggi

Specialmente gli avversari. Chi non conosca la serie si troverà dei tipini piuttosto raccomandabili, dall'idolo indiscusso della sua scuola che comanda la folla come neanche Giucas Casella nelle sue migliori performance, allo spaventoso guerrafondaio tennistico il cui svestirsi e mostrare una T-Shirt con teschio e qualche altra amenità a momenti provoca una sorta di eclissi di sole. Chi la conosce potrà invece compiacersi della rappresentazione e recitazione che davvero rende buon omaggio all'anime. 

3- I colpi speciali

Hai voglia ad andare giù di computer grafica per portare sul piccolo schermo palle che curvano a 90°, altre che rimbalzano sul terreno avversario e poi tornano nel proprio campo, campi di forza di un qualche tipo che trascinano ogni pallina nella propria piazzola di 1 metro quadro oppure colpi che fanno si che la palla nemmeno rimbalzi. Eppure il live action in questione ci riesce eccome. 

Ovviamente, se l'ultimo tiro che consente al Giappone di vincere il mondiale in Holly e Benji è di tale potenza da bucare la rete e incamminarsi in alto verso la Galassia di Pegaso, anche qui qualche piccola "licenza poetica" c'è. Nella marea di impossibilità fisiche puoi cosi assistere tra gli altri a palline che esplodono, che lasciano scie cometesche, che si deformano diventando dischi; a racchette usate di taglio come si trattasse di fioretti o il cui piatto corde finisce in frantumi; ma nulla come l'allenamento di Higaki, l'avversario ultimo, che risponde in un tempo pari a quello impiegato da un elettrone a compiere un'orbita attorno al nucleo a circa una dozzina di palline lanciate da macchine apposite. Se non è epico questo. 


4- Catchphrase ed insegnamenti 

La sentirai pronunciare spesso dal protagonista - ogni qualvolta vuole fare lo sboroncello oppure deve riconoscere di aver ancora un po' di latte da bere -: la quoti proprio eh

"Mada mada danè"

che alla fine della giornata vuol dire "Non ancora" in vari possibili significati. "Non ci siamo ancora", "La strada è ancora lunga", "Non abbastanza bravo". 

E che è poi una rappresentazione perfetta dello spirito che permea tutto il Live Action e l'opera in generale: lavorare duro per migliorarsi costantemente - anche a costo di aver le mani come un rostbeef, chiedere a Takashi - ed essere in grado pure di riconoscere i propri errori di valutazione come capiterà agli sbruffoni del Hyotei che termineranno riconoscendo il valore degli avversari e ammettendo che torneranno ad allenarsi perchè da li in poi saranno loro gli sfidanti. 

5- Samurai Echizen

Tra la lunga lista di personaggi memorabili, un posto d'onore lo merita il padre del protagonista. Soprannominato Samurai per il suo spirito indomito nel campo da tennis, ambidestro naturale - che praticamente non prende una palla di rovescio manco se è di spalle -, impalma un americana e poi se ne torna in Giappone a curare un tempio chè tanto i soldi li ha anche fatti. Ha un campo da tennis praticamente scevro di erba in cui di tanto in tanto si diverte a ricordare al figlioletto Ryoma quanto ancora è scarso e il tutto giocando con una racchetta di legno, altro che fibra di carbonio e amenità varie. Ed il look e di quelli che spacca, della serie datemi una buona bottiglia e - possibilmente - una donna carina e mi metto le infradito anche d'inverno con - 40° al sole della canicola. Un mito. 



E finisce qui questo post. Dovresti pure finire la serie animata ma ci sono molte più probabilità che l'umanità sbarchi su Marte. Quindi, a discapito del tuo Ryoma, sore wa kotchidesu.

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