Animescoop: Flying Phantom Ship, agli albori dell'anime di fantascienza



Era da un po' che non portavi avanti questa rubrica ma stavolta vai col botto: si, dei palazzi che crollano. Flying Phantom Ship - titolo originale Soratobu Yūreisen, italianizzato suona come "La Nave Fantasma Volante" - è un anime del 1969, periodo in cui in Jappone andavano alla grandissima Rocky Joe, Tommy La Stella Dei Giants e ancora erano da venire i primi robottoni di Nagaiana memoria rimanendo per gli Orientali non più che quello che nella penisola è conosciuto come Super Robot 28. 

Motivi per parlarne? Parecchi. 


A cominciare dalla grafica che hai trovato spettacolare per un anime di quell'epoca. Premessa: al tempo la computer grafica non esisteva di certo: tutto veniva disegnato e l'animazione passava attraverso miriadi di vignette che scorrevano una dopo l'altra. Ciò nonostante sei rimasto piacevolmente impressionato dalle ambientazioni e dai fondali, prevalentemente nella fase iniziale con l'introduzione durante la sigla iniziale della fantomatica nave. I personaggi sono chiaramente figli della grafica del periodo; di quella, per capirsi, che richiama alla mente Fantaman oppure Toriton del Mare. Il Mecha Design è cortesia di un certo Hayao Mihazaki che avrà decisamente modo di farsi conoscere in futuro; il robot appare molto ma molto squadrato, ponendosi come una versione cilindrica di Super Robot 28 o Golden Lightan.



La trama non appare particolarmente complicata, almeno per gli standard odierni. Ma, è bene ricordarlo, siamo nel 1969. In sunto, il giovane Hayato e la sua famiglia - comprensiva di cane Jack che negli anime del periodo la presenza di un animale domestico è un must - stanno tornando da una battuta di pesca non particolarmente fortunata quando vedono un incidente in macchina. Soccorrono gli incidentati che si scoprono essere il magnate Kuroshio e la moglie: per ripararsi dalla pioggia, decidono di recarsi presso una casa sulla vicina collina. Dove appare quello che è ritenuto un fantasma: il capitano di una misteriosa nave - che si scoprirà poi essere solo all'esterno un veliero antico ma possedere tecnologie all'avanguardia - andata alla deriva. Velocizzi un po': si scoprirà che l'apparentemente onesto Kuroshio in realtà sta progettando una sorta di conquista del pianeta in accordo con una misteriosa organizzazione denominata BOA per la quale sta importando una bevanda che sarà si buona buona ma ha la piccola controindicazione di creare assuefazione e liquefare le persone. Hayato ci perderà la famiglia - adottiva, si scoprirà - conoscerà il suo vero padre - proprio il capitano - e deciderà al fine di utilizzare la Nave Fantasma per colpire il quartier generale della BOA, una sorta di base sottomarina protetta da mostri tecnologici come una sorta di Kraken. 

Non che ci siano però dei plotholes micidiali: alla fine l'unica cosa che rimane non risposta appieno è la BOA di cui si vede la base sottomarina ma mai alcun componente; non si capisce nemmeno se la base stessa sia qualcosa di puramente meccanico oppure vi sia una strana creatura vivente. 

Ma il punto veramente forte di tutto questo, a tua opinione - e lo sottolinei: a tua opinione - sono la miriade di tratti che si possono poi rivedere graziosamente rielaborati in molte opere future. Ci hai visto notevoli collegamenti anche se non puoi garantire che le tue intuizioni corrispondano a realtà. 

Esiste una - melodrammatica, secondo lo stile classico della depressione Japponica del periodo - scena di Hayato che piange per la morte della madre, seppellita nelle macerie causate dal robottone. Ti ha riportato alla mente decisamente un certo Eren di Attack On Titan. La bella scena finale, col protagonista che veleggia assieme alla nuova amica e al sempre fedele Jack, anche per la sua inquadratura, ti fa tantissimo Conan il Ragazzo del Futuro che se la diverte in barca a vele con Gimpsy - che qui è il cagnolino - e Lana. Del robot stesso hai già detto; ci aggiungi che la fase dell'attacco alla base della BOA ricorda molto Toriton e Moby Dick 5. Giusto per dirne alcuni, il resto allo spettatore. 



Altro? Beh, la durata è quella giusta - 1 ora - e alla fine il ritmo del film pure, senza fasi morte. Piacevoli idee sono pure il finto mega markettone al Succo Boa sia con cartelloni pubblicitari che con un carosello di pochi secondi ripetuto fino allo spasimo. 


Bon, se lor signori permettono, andresti a berti un succo Boa. 

Animescoop: Flying Phantom Ship, agli albori dell'anime di fantascienza Animescoop: Flying Phantom Ship, agli albori dell'anime di fantascienza Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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