Che si voglia oppure no, uno dei temi maggiormente affrontati negli RPG Indie Horror è quello della fuga da un luogo di cui non si nulla: non si sa perchè ci si è andati, non si sa cosa ci possa essere o cosa si possa trovare, non si sa come fare ad andarsene. Almeno finchè il prode giocatore non indica la via al personaggio interpretato.
Stavolta due perfetti esempi di questa tendenza che cominciò a spopolare qualche anno fa quando quella perla di concezione chiamata Ao Oni - cioè, si è meritata persino un film - irruppe nel panorama degli Indie RPG Horror.
Signori e Signore: Escape from Ritova's Mansion e Follow The Darkness.
Escape frm Ritova's Mansion appare come un gioco molto semplice che rispecchia perfettamente i canoni del genere senza alcun guizzo particolare: non di meno risulta piacevole. Sviluppato da Kevincalanor e scaricabile qui, consentirà di immergersi per circa un'oretta nella magione omonima: e non sarà certo una gita turistica.
Lo ripeti: standard del genere senza alcun guizzo.
Niente particolari sussulti della grafica che è quella del classico tool di RPG making ma con una definizione assolutamente ottima e con una scelta di colori molto vividi per le varie locazioni.
Niente acuti nemmeno a livello sonoro con poche colonne sonore che comunque fanno pienamente il loro lavoro. Non sembra invece sia stata implementata alcuna libreria suoni il che comunque non costituisce un problema.
Pure il gameplay è molto classico: si girano i luoghi cercando poche note attraverso cui ricostruire la storia e possibili indizi per poter esplorare le varie stanze che all'inizio rimarranno bloccate da serrature oppure sigilli magici la cui rimozione implicherà il ritrovamento di un mazzo di chiavi o di un abito da cameriera particolare. Esiste un menù - pure sviluppato su due livelli - ma davvero l'inventario non verrà mai usato sia perchè pochi saranno gli oggetti stivati, sia perchè essi verranno utilizzati automaticamente al momento opportuno. Classici pure i comandi, classici pure gli enigmi con l'unico guizzo di una sola fase di fuga guidata - scelte da compiere o movimenti da fare in 5 e dico 5 secondi - non particolarmente complicata ma la cui non riuscita comporterà il GAME OVER.
Qualche errore grammaticale e qualche piccolissimo bug sulle collisioni delineano come l'opera avrebbe potuto forse essere ancora rifinita: tuttavia, e lo ripeti, si fa benvolere.
Specialmente per la trama, molto interessante e tutto sommato ben narrata e per la presenza di 3 differenti finali.
Nient'altro da aggiungere ma il consiglio di provarlo a chi vuole vivere un'avventura non troppo complicata o lunga.
Follow the Darkness si presenta come un classico RPG in cui la trama appare dominante e la componente videoludica vi viene assoldata. Sviluppato da Atlas Atrium e scaricabile qui, il gioco è in grado di assicurare un'ora abbondante di immersione nel mondo di una povera ragazza giapponese inseguita da una volpe che non è che voglia proprio farsi accarezzare.
L'hai detto: la trama appare prevalente ed è ispirata ad una leggenda Japponica. Non sorprenderà cosi aver la tua protagonista, Rina, essere inseguita da una volpe con l'accetta ansiosa di ucciderla per farle pagare una cattiva azione compiuta. Il tutto in 7 giorni, 7 cosa che non può non riportare alla mente The Ring. Non vuoi dire di più: giocare signori.
A livello grafico il gioco appare davvero molto ben fatto sia pure senza particolari guizzi artistici. Grafica per nulla pixellosa, piacevolissima anche la veste del menù - su due livelli ed in cui tutte le voci sono corredate da apposita icona - e quella delle finestre di dialogo, molto semplice ma efficace ed una bellissima schermata di introduzione.
Il gameplay appare in realtà piuttosto semplice strutturandosi in una serie di giorni in cui sarà richiesto di visitare determinate locazioni caratterizzate da una mappatura degli oggetti molto intensa ma con pochi oggetti rilevanti, sempre indicati peraltro da uno scintillio. Interessante la presenza di numerose fasi di fuga in cui vengono in rilievo le due statistiche presenti: la vita - che non viene indicata da alcuna barra ma solo dal fatto che lo schermo, modello FPS, si colora progressivamente di rosso - che tollera non più di tre colpi prima del GAME OVER e la stamina che scende piuttosto velocemente ma è l'unica possibilità per sfuggire agli attacchi della volpe e per la quale è presente una barra apposita in cima a sinistra della schermata di gioco. In realtà sfuggire non appare particolarmente difficile: il nemico non è particolarmente veloce e basterà entrare in una stanza oppure nascondersi dentro a cassonetti od armadi - delineati da cerchi lampeggianti bene in vista - per interrompere la caccia. Se pochi sono gli oggetti interagibili, pochi sono quelli stivabili: in tutto il solo medikit, rimedio per la vita che può però essere facilmente rigenerata semplicemente attendendo cosi come la stamina. La documentazione è presente ma praticamente non missabile: parte integrante della storia, il gioco non prosegue se non viene recuperata andando a completare l'altra principale fonte di informazioni data dai dialoghi.
Molto buone appaiono le colonne sonore - davvero molto in tema - mentre la libreria suoni è tutto sommato piuttosto limitata consistendo prevalentemente di ansimare se colpiti e di qualche lampadina che salta improvvisamente.
Come piccoli difetti, che però non inficiano la bontà dell'opera, si può dire che, specialmente nel lungo spezzone di fuga finale, il gioco lagga un pochino.
In definitiva un'ora e venti minuti circa ben spese per un gioco che intrattiene il giusto.
Hai finito. E se vedete una persona con la testa di volpe venire verso di voi e non è Carnevale...beh gambe in spalla.
Indie Rpg Ep.56: posti pericolosi
Reviewed by radish7
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