In Sight: Slenderman, un incubo dal 2009 – parte 1



Ne avevi già accennato brevemente, allorchè in un edizione di Animescoop avevo parlato di un corto amatoriale. E ti ha incuriosito. 

Partendo dal presupposto che è impossibile non aver perlomeno sentito parlare dello Slenderman in questi ultimi 5 anni – a meno che non si sia in missione assieme a questi qui -, hai scoperto che dietro al nome c’è tutto un mondo anche se magari non necessariamente nella nostra dimensione. Tenendo conto che da più parti nell'Internetto si è in fremente attesa del film dedicato all'uomo alto senza volto, l’occasione è buona per parlarne un po’, aprendo una mini serie. 

Volete sapere di cosa si parlerà? Non resta che leggere i vari post dedicati. Con un solo monito: mai guardarsi indietro. 



La nascita dello Slenderman – cosa che probabilmente molti ignorano e comunque tu di sicuro si – non si ha con i videogames: già nel 2009 Eric Knudsen partecipa ad un concorso fotografico indetto dal sito Something Awful – che significa “Qualcosa di bruttissimo” - con tema ritocco di foto comuni al fine di creare qualcosa di macabro o misterioso. Spara cosi lo Slenderman su foto di bambini che graziosamente si divertivano presso un parco giochi. Certamente contribuisce in maniera determinante alla vittoria lo stile che l’autore decide di usare: immagini virate in seppia e accompagnate da breve didascalia con un chè di inquietante a contrasto con il contesto che dovrebbe invece essere gioioso. Tra le fonti di ispirazione, a detta dello stesso Mudsen, vi sono tra l’altro Lovecraft, Stephen King – in particolare la sua opera “La Nebbia” - e persino leggende popolari come quella del famigerato e internazionalmente conosciuto Uomo Nero - anche conosciuto nei paesi anglofoni come "The Boogie Man".  

A quel punto Internet si interessa al nuovo personaggio. Si va di creepypasta (cioè storie dell'orrore create perlopiù su Internet) e di fan art come se non esistesse un domani. 

Per la totale esplosione però si deve attendere ancora un annetto buono e un gruppo di videoamatori che utilizzano Youtube come mezzo per la loro creazione. Nasce cosi, da parte di MarbleHornets, una vera e propria webserie con caratteristiche chiaramente ispirate al gigante senza volto. 

In realtà in questo caso l’entità misteriosa è chiamate The Operator – l’Operatore - e agisce insieme a due proxy – Masky ed Hoodie, dalla caratteristica rilevante del loro modo di vestire, maschera e cappuccio – che gli obbediscono ciecamente badando a tenere nascosta la loro identità. 
Apprezzabile sia lo stile mockumentary, sia la trama orizzontale; tanto che addirittura e fu fatto un adattamento cinematografico. 



La serie contribuisce molto a definire le caratteristiche proprie di Slendy, iniziando anche ad introdurre una simbologia ben precisa che si può vedere nella figura di questo post. 

Il simbolo che si trova a destra più in alto viene usato dai Proxy per indicare la volontà di Slender Man o per autorappresentarsi. Il simbolo viene usato molto spesso per indicare i Proxy ma assume molteplici significati in base all'utilizzo. Questo logo venne usato per la prima volta proprio nella webserie Marble Hornets per indicare The Operator (Slender Man).

Sarà solo con il primo videogioco - Slender: The Eight Pages, in una delle 8 pagine che si devono recuperare nel gioco; avrai maniera di parlarne nel prossimo post - che verrà adottato anche il simbolo più in basso, usato da molte vittime per rappresentare Slender Man.


Soddisfatti di questa prima escursione nella foresta? Beh, non spegnete la torcia, non ne siamo ancora usciti.

In Sight: Slenderman, un incubo dal 2009 – parte 1 In Sight: Slenderman, un incubo dal 2009 – parte 1 Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.