Gundress è un OAV Japponico uscito nelle sale nel Marzo del 1999 per la piacevole durata di circa un’ora e mezza.
E potresti già chiudere così il post chè tanto non è che ci sia molto altro da dire. Il punto è che l’OAV in questione non lo vuoi definire pessimo ma appena ti sforzi di scrivere riguardo qualche possibile punto di forza finisce che la mente si svuota.
Per chi ha coraggio, come lo ha avuto il sottoscritto, dopo la pausa.
Fai che parti da quanto è anche solo minimamente interessante, ossia la trama. Terra, Bayside City, 2100: il mondo intero era stato scosso da delle esplosioni…ah no, quello è un altro. La storia ruota tutta intorno ad un’organizzazione privata denominata “Angel Arms” che coadiuva – e fa pure meglio in effetti - le forze dell’ordine nella lotta contro la Cyber criminalità. Con un piccolo particolare: le agenti sono tutte donne – e che donne – e pure il capo è una donna: e potresti già far partire la musica delle Charlie’s Angel, chè davvero, ambientazione futuristica a parte, la trama è quella. Visto che ci siamo, mettiamoci pure delle armature di esoscheletro chiamate “Landmate” così copiamo proprio spudoratamente anche nel nome Appleseed e non scomodiamo ad esempio Patlabor. In questo OAV in particolare si seguono le vicende di Alissa, una delle Angel Arms con un passato da criminale e una storia d’amore con un suo degno compagno di azioni non proprio legalissime.
Trama non originale, dunque: per fortuna ci sono i colpi di scena…no. Fila tutto via liscio senza particolari scossoni, questo sì; però davvero si finisce per rendere una sorta di thriller investigativo piuttosto piatto e privo di interesse.
Non vorresti parlare del lato tecnico ma lo fai. Il disegno – compreso il character design di Shirow che dovrebbe essere uno che un qualcosina ne sa pure – e le animazioni riportano indietro nel tempo, ben oltre la fine degli anni ’90. A prima vista sembra di assistere a un lungometraggio degli anni ‘80 ma vuoi liquidare il tutto dicendo che è volutamente “vintage”. Questa la parola che trovi migliore per descrivere cambiamenti di forme, di proporzioni e persino di espressioni facciali e fisionomie piuttosto imbarazzanti; né il mecha design – copiatissimo – porta alcun che di frizzante pur non essendo certo il peggio che si possa avere da questa produzione.
Giusto per non farti mancare niente, c’è pure il fanservice. Il che avrebbe pure una logica visto che è uno dei mezzi principali per attirare qualche ormone maschile e consigliare la visione: soltanto che, in questo caso, ti tocca anche di dire che il disegno è cosi ”strano” – e non usi altri termini - da risultare ben poco aizzante.
Finora nei hai parlato un po’ male e anche in maniera piuttosto veloce perché in fin dei conti non c’è proprio molto che puoi dire. Poi però, girando l’Internetto per trovare alcune idee, leggi pure che Gundress fu il primo tentativo di fare una sorta di motion picture da parte dei suoi autori: peccato che il progetto fosse finito completamente fuori budget e che essi avessero dovuto cercare degli altri fondi per finirlo. Non si sa se li abbiano trovati ma diffidi fortemente: ad ogni modo, detta così, allora lo vedi già con occhio un attimo più magnanimo.
E voi siete magnanimi? Se tali vi sentite la direzione da prendere è questa.
Gundress: fantascienza…poco fantascientifica
Reviewed by radish7
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