Il filmone: Arctic Predator, terrore (forse) in Antartide



Famo subito a capirse: non l'hai fatto a posta. Da qualche parte nel tuo hard disk era stivato Arctic Predator - anche conosciuto in qualche paese come Frost Giant - e non avevi la minima idea che avresti visto una fotocopia sbiadita di un altro film che arriverà prossimamente su questo comodo blog e che puoi già dire che di per sè non splendeva per vividezza di colori. 

Arctic Predator - Terrore tra i ghiacci è un film di genere azione, fantascienza, thriller del 2010, diretto da Victor Garcia, con Velizar Binev e Lucy Brown della durata di ben 88 minuti. E in meno di 2 minuti lo puoi tranquillamente descrivere in 5 dicasi 5 comodi punti come questa rubrica da sempre comanda. 


1 - Il Predatore 

Che non sai nemmeno come descrivere in realtà, salvo che è fatto male per davvero. Ma nemmeno tanto come realizzazione tecnica quanto proprio a livello di concept

Dovrebbe trattarsi di una creatura di acqua che sarebbe arrivata sulla scia di un meteorite nel 1825 sulla Terra da - udite udite - qualche pianeta esterno del Sistema Solare - si parla di Giove forse e del resto forse è la parola adatta per qualunque discorso si voglia iniziare su questo film - e ambisce a ritornare alla sua forma originaria. Ecco: non si capisce proprio mai quale sia. E' fatto di acqua e difatti alla prima interazione con il calore lo si vede sciogliersi ed in difficoltà: poi però i geni del Centro di Ricerca Antartico ti tirano fuori che è attratto dal calore e quindi quello che ha sin lì' fatto è stato sottrarlo agli umani con cui è venuto in contatto rendendoli grinzosi e prosciugati. Così lo attaccano con un lanciafiamme e sembrano tenerlo a bada, ma non che il genio del gruppo dice di fermarsi chè gli si sta facendo solo un piacere. 

A parte le sue caratteristiche, bruttino pure da vedere nello splendore della CGI: sembra un gobots riuscito piuttosto male, tipo quelli scrausi trasformabili che avevi da bambino convinto di aver comprato un Transformer. 



2 - Effetti poco speciali 

Ok, la produzione è a basso costo e si era capito. Però, dai, in certi casi stiamo veramente alla Asylum dei primi gloriosi momenti. Fiamme bidimensionali; un mostro che si muove come se avesse qualcosa ficcato nel posto dove non batte il sole, fondali che si vede da un chilometro di distanza essere finti, disegnati in CGI e pure male; persino la tempesta di ghiaccio sembra - e forse lo è pure - farina bianca tipo 00 buttata su un ventilatore, tanto è innaturale. 

3 -I personaggi 

Ok, c'hai pochi soldi, facciamo allora che costruiamo dei personaggi di quelli che spaccano. No, neanche per un secondo. Stereotipati - e questo non è un male necessariamente - e a tratti incapaci di intrattenere una reazione anche solo vagamente umanamente plausibile; con dialoghi che sembrano usciti talvolta da un film completamente diverso. Che poi, siccome è caratteristica di questo film, si introduce anche una tresca preesistente vagamente amorosa ma viene dimenticata completamente a metà della pellicola per non essere più ripresa; si toccano temi che potrebbero pure essere piuttosto interessanti per caratterizzare un attimo di più la cricca di scienziati costretti a spassarsela in una stazione antartica - tipo il tema razziale - ma finisce lì senza alcun sviluppo. In queste condizioni hai voglia a gettarci Dean Cain nel cast, giusto perchè aveva fatto Superman in precedenza: qui neanche tutti i supereroi Marvel riuniti possono salvare la situazione. 



4 - La trama 

...volevi persino evitare di spoilerarla. Anzi, lo fai proprio: dici solo che non è originale, che è talvolta persino illogica e che... 

5 - Il finale 

...non ha senso alcuno. Tre sopravvissuti e tutto quello che concludono è che terranno il segreto ben nascosto alla stessa maniera in cui tale è il mostro che viene risigillato nelle profondità dell'Antartide. No, dico: ma credete sia possibile con tutto il baccano che è successo? 

Perlomeno, e questo deve dire ti è piaciuto, una delle tre ci mette una riflessione su quei poveri cristi dei loro colleghi che sono destinati all'oblio e a non essere ricordati per l'eroica missione compiuta. "Ma li ricorderemo noi" se ne esce la scienziata capo della stazione: bene così. 

Ah: se qualcuno ricorda un finale più rushato di questo si accomodi, lo spazio per i commenti è qui sotto. 


In definitiva un film che hai guardato giusto perchè...boh, non lo sai il perchè.

Il filmone: Arctic Predator, terrore (forse) in Antartide Il filmone: Arctic Predator, terrore (forse) in Antartide Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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