Ginga Tansa 2100-nen: Border Planet – una veloce escursione spaziale




Non ti ricordi nemmeno dove l’hai recuperato – facile maniera per dire che stavolta non ci sarà link in omaggio – ma dopo che hai visto “Ginga Tansa 2100-nen: Border Planet” – anche conosciuto come “Galaxy Investigation 2100: Border Planet” - devi dire che sei rimasto piacevolmente sorpreso. 

Motivi? Dopo la pausa. 



Innazitutto va subito sottolineato che si tratta di una produzione del 1986 della Tezuka Production – per chi non sapesse chi è Osamu Tezuka, beh un giretto a questa pagina può sicuramente aiutare - nona parte di uno speciale di 24 ore che il buon Osamu ha provveduto a scrivere, animare e dirigere. E già questo è una garanzia. 

La trama in realtà non è proprio il massimo dell’originalità ma sicuramente non lascia delusi: si tratta dei viaggi – due in tutto, ma del resto la durata è di 1 ora e 20 minuti circa – di Subaru alla ricerca della fonte e del vaccino contro il virus che ha colpito tra gli altri anche la sua amata – finita però in sposa ad altro uomo – che è stata per tal motivo posta in una bara criogenica in stato di sospensione. Una ricerca che durerà quasi tutta la sua vita ma che alla fine sarà fruttuosa: peccato che nel frattempo la ex compagna di università sia di 50 anni più giovane e finisca pertanto in sposa a suo figlio, avuto da una donna conosciuta proprio durante una delle sue avventure. Una bella storia d’amore, insomma: un po’ melensa ma comunque non disprezzabile. 

Quello che colpisce maggiormente è però lo stile grafico, capace di variare ben 3 volte nel corso della pellicola: dal classicissimo e devi dire abbastanza scialbo cartoonato tipico degli anni ’80, si passa ad un Tezuka style dei migliori con tanto di comparsata di alcuni dei suoi personaggi più memorabili – Capitan Jet su tutti – per finire nuovamente con lo stile anni ’80 ma con una grafica sicuramente più limpida e definita, colori più vividi e fondali sicuramente meno minimali. 



Non è in realtà che avresti molto altro da scrivere: i pianeti visitati sono due in tutto e, in breve, in uno un robot con la missione di fertilizzare la verdura prodotta per la sussistenza di una colonia umana spaziale pensa bene, di fronte alla mancanza di rifornimenti, di utilizzare anche i coloni come materiale per raggiungere il suo scopo; nel secondo un gruppo di alieni utilizza come “batterie” dei loro consimili al fine di prolungare la propria esistenza – idea che davvero ti ha portato alla mente, con le dovure differenze, Matrix, che verrà però almeno 15 anni dopo -. La prima parte consiste invece di un preambolo in cui – senza alcun dialogo ma solo con suadenti e dolci immagini – si narra la storia del triangolo amoroso e di come i protagonisti crescono assieme mentre l’ultima è la chiosa con l’happy ending. Se proprio devi muovere una critica sta nel fatto che proprio il viaggio decisivo che porta alla scoperta del virus e del vaccino non viene mostrato, lasciando così pressochè irrisposte le domande relative alla sua origine e alla sua natura; perlomeno vengono mostrati i suoi effetti consistenti nello sciogliere le persone lasciando solo degli scheletri con un decorso rapido di 10 ore. 

I personaggi sono sufficientemente caratterizzati e devi in particolare elogiare il protagonista Subaru che dimostra in tutte le occasioni di utilizzare il cervello nella maniera che ci si aspetterebbe per superare i vari pericoli senza dar luogo a reazioni innaturali; la ragazza, in compenso, parla poco e sembra un po’ apatica ma del resto, dopo 50 anni passati in sospensione criogenica, è pure capibile. 


Non aggiungi altro ma consigli la visione a tutti, inclusi coloro che non sono particolarmente avvezzi ai viaggi nello spazio.

Ginga Tansa 2100-nen: Border Planet – una veloce escursione spaziale Ginga Tansa 2100-nen: Border Planet – una veloce escursione spaziale Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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