Hai da poco terminato la visione di Zombie Loan (ゾンビローン Zonbi Rōn), serie anime datata 2007 e trasposizione dell’omonimo manga del duo PEACH-PIT, per un totale di n. 11 episodi più due OAV usciti peraltro solo nella versione in DVD.
E? E tutto sommato ti è piaciuto pure. Il contesto creato; i – forse pochi ma buoni – combattimenti; la trama accattivante ed abbastanza originale mixata ad una sceneggiatura più che discreta; persino i personaggi, sufficientemente caratterizzati anche se non proprio tali da bucare lo schermo; tutto questo ha reso piacevole la visione.
Inizi proprio dal contesto che è forse l’elemento che maggiormente hai apprezzato. Quando avevi letto il titolo con quel “zombie” subito sparato in bella vista, temevi di trovarti nel solito ambiente post-apocalittico in cui i tuoi protagonisti avrebbero fatto di tutto per sopravvivere: nulla di più sbagliato. In Zombie Loan si è nella Tokio del presente dove una organizzazione, nota appunta come Zombie Loan, recluta zombie – su questo punto tornerai – al fine di cacciare altri zombie, in particolare coloro che, morti, dovrebbero essere spediti nell'aldilà anziché rimanere a rompere le scatole ai vivi nell'aldiqua. La Zombie Loan, come dice il nome, permette ad alcuni morti, sotto credito, di vivere; concede di norma un anno, salvo possibilità di proroga ulteriore però a carissimo prezzo, che rende sostanzialmente asserviti all'organizzazione per tutta la vita – lunghina, visto che da zombie non si invecchia e men che meno si muore -. Lo fa, a differenza di quelli che sono i villain della storia – e anche su questo torni tra poco - , in maniera legale essendo autorizzata dal WFO o “Ruota del Destino”, consiglio di esseri sovrannaturali – almeno pensi - presieduti dal tal gaio Hakka e formato di 7 “traghettatori”, ossia persone con la facoltà di stringere contratti con i cadaveri rendendoli appunto zombie oltre ad essere potenzialmente immortali a loro volta salvo sia distrutto un nucleo che contiene la loro anima. All'interno del WFO esiste pure il AARC che vuole in sostanza modificare il naturale flusso del destino usando contratti non autorizzati per trattenenere morti che se ne dovrebbero gentilmente dipartire; il tutto mediante l’utilizzo dei Ricordi Akasici. Sempre alle entità sovrannaturali va ascritto pure lo Shinigami – al secolo Zarama -, una mietitrice di classica memoria con tanto di falce con la funzione consueta e dotata di un corpo di pura energia che le può persino essere rubato.
Ti piace in generale la dimensione sovrannaturale di cui l’anime è permeato. Innanzitutto la maniera in cui gli zombie vengono descritti: sono essenzialmente persone morte, cadaveri di due tipologie a seconda che abbiano o meno il contratto “legittimo”. I primi – oltre a tutte le caratteristiche dei secondi quali non invecchiamento e non morte - hanno coscienza di sé e possono utilizzare l'Astral – un po’ l’energia vitale, paragonabile al vapore che si sprigiona da una fiamma – per materializzare l’Ectoplasm secondo diverse forme – per lo più armi come i protagonisti; lo si può concepire come la condensazione del vapore derivante dalla fiamma -; i secondi possono avere in parte tali caratteristiche ma di solito non hanno volontà ed obiettività e di sicuro somigliano agli zombie tradizionali visto che ambiscono per istinto a mordere e cibarsi di umani che a loro volta finiscono così tramutati. La condizione dei primi viene descritta come una specie di limbo tra vivi e morti; le loro emozioni – cosa che li rende sostanzialmente simili ai viventi – spariscono progressivamente.
Interessante è poi la maniera in cui questi zombie vengono individuati: la protagonista femminile, Kita Michiru, tolti gli occhiali da kawai che tanto piacciono ai Japponici, riesce infatti a vedere degli anelli attorno al collo delle persone. Tutti ce li hanno con la piccola differenza che il colore è determinante: grigio chiaro significa persona in vita mentre, man mano che ci si avvicina alla morte, il tono diventa sempre più scuro essendo il nero caratteristica dei morti e quindi degli zombie. Ecco che la Zombie Loan la utilizza così per portare a termine il suo compito; tuttavia conserva un certo rispetto nei loro confronti che va bene ammazzarli – di nuovo – ma poi si organizza per loro una celebrazione religiosa – un funerale – di cui sostiene le spese e in cui tutti possono liberamente donare.
Non di soli zombie vive però l’anime e agli aspetti soprannaturali già indicati ne vanno aggiunti altri altrettanto intriganti. Ad esempio, basato sul folklore Japponico, nell’Ep. 7 viene pure introdotto un Discended God, ossia uno spirito di divinità incarnatosi grazie a dei rituali sciamanici: solitamente il corpo di una sacerdotessa veniva dedicato a questo, stavolta invece si tratta di un ragazzo e pure piuttosto incazzoso che sostanzialmente assume connotati da lupo in una regione dove tale animale si era estinto da un po’. Vi sono poi le sperimentazioni di quello che alla resa dei conti risulta essere il vero villain della storia, il Dott. Yoshizumi: novello Dott. Frankenstain, crea dei Golem di sembianze umane – privi però di alcune delle normali funzioni come la parola - con lo scopo di arrivare a garantire l’immortalità; riconoscendo i limiti della sua ricerca vuole appropriarsi dell’Arte dello Shikai che sarebbe gelosamente custodita dalla mafia Jofuku ed in particolare dalla famiglia di uno dei due protagonisti maschili, Shito, che in effetti rappresenta il culmine dell’arte essendo una sorta di immortale che ha affrontato varie generazioni e il frutto di molte successive rifiniture; in qualche misura esiste pure un contributo di una non meglio specificata razza di demoni che gli stessi Jufuku cacciavano ed uccidevano. Al momento il suo maggiore risultato prende il nome di Falang: ha tutti i connotati umani salvo non poter sopravvivere fuori dalla teca ripiena di Biofluido in cui è contenuto ed aver bisogno dell’Arte dello Shikai proprio in quanto con essa si è in grado di assorbire il necessario materiale organico da qualunque essere animato – umano o animale – nei dintorni.
La trama è tutt’altro che banale e pure sufficientemente originale e ti piace la maniera in cui viene svolta. Essenzialmente nel corso degli 11 episodi + 2 OAV si incontrano tre archi; se il primo viene dedicato all'introduzione dei protagonisti e della Zombie Loan, i seguenti parlano invece di Butterfly, - ossia il primo villain, che, con bel colpo di scena, si rivelerà essere una persona vicina ai protagonisti e i cui modi di procedere, disseminando indizi, davvero ricordano molto il Joker di Batman – e poi dell’altrettanto misterioso passato del protagonista Shito – altro bel colpo di scena -, delle sperimentazioni del novello Dr. Frankenstain e dell’organizzazione che presiede al flusso del destino. Sceneggiato bene, nulla da ridire.
E se trama e sceneggiatura convincono, pure i personaggi vengono a sufficienza caratterizzati e paiono piuttosto ricordabili grazie alle loro caratteristiche fisiche – il caso ad esempio della carinissima protagonista Kita e dei suoi occhialoni – alle loro facoltà – lo scambio di mano tra i due protagonisti maschili ed il loro background - oppure alla loro maniera di agire – il pazzoide Yoshizumi oppure Shiba the Butterly -. Anche i sempre presenti siparietti comici sottolineati da grafica deformed – stilizzata o chibi – vanno a cogliere alcuni personaggi che in tal maniera vengono ricordati per questa loro caratteristica umoristica se non per altro – stai pensando ad esempio proprio al mietitore Zarama -.
Altro punto positivo sono sicuramente le musiche: se le colonne sonore iniziale e finale non sono nulla di speciale, i sottofondi durante i momenti più riflessivi o i combattimenti con quella loro connotazione nostalgica e melanconica al tempo stesso hanno un deciso impatto.
Però…non è tutto Biofluido quello che luccica. A convincerti un po’ meno è stato proprio quel particolare per cui avevi selezionato questo anime ossia la componente horror/gore/splatter. Ce n’è un po’, eh: tuttavia le uniche scene in cui si vedono ferimenti di un certo qual rilievo – 2 in tutto a memoria – sono censurate e la componente horror finisce per essere portata prevalentemente dalla scelta delle locazioni, lugubri ed epiche il giusto al contempo – la Chiesa del primo combattimento; la Kuze House, antica villa di proprietà della famiglia della puccia che gestisce il dormitorio dove risiedono i membri della Zombie Loan; la magione in rovina dell'Ep.7, il cimitero-catacomba e la Subway Station dell'Ep.11 - e da quella di determinati scenari – ad esempio una vera e propria Red Room su Internet utilizzata da Shiba per fare proseliti -. Un po’ deludente.
Altro punto che ti ha un attimo lasciato deluso è il fatto che l’anime si propone decisamente come investigativo specialmente nella prima parte richiamando pure tutta una serie di concetti culturali che hai apprezzato – codici legati alla numerologia ebraica, triangolo di Pitagora, frequenze a cui gli impulsi sonori possono e non possono essere avvertiti – salvo poi perder decisamente questa connotazione alla fine dell’arco di Butterly. Peccato.
In definitiva un anime che ti senti di raccomandare essenzialmente per la sua brevità, la sua storia tuttosommato intrigante e la sceneggiatura accattivante. Per chi volesse saperne di più su zombie ed affini le direzioni da prendere sono le seguenti (in parte in italiano e in parte maggiore in albionico chè oh, l’anime ha la sua età eh)
Zombie Loan: quando il prestito è…vitale
Reviewed by radish7
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