Hai recentemente visto Tokyo Majin Gakuen Kenpuchou, anime horror del 2007 di 14 episodi, e devi dire che hai delle sensazioni un po' contrastanti.
Se alcuni punti ti hanno infatti convinto appieno, altri ti han lasciato un po' perplesso, dandoti l'impressione che si poteva fare meglio.
Se non temete magie e demoni, proseguite.
Fai che cominci da quello che ti ha convinto e poi vai alle note dolenti.
Innanzitutto l'horror: non si parla di splatter e gore ma si utilizza un metodo leggermente più "sofisticato" fatto di immagini appena mostrate che molto spazio lasciano alla fantasia dello spettatore, indotto a fantasticare sulla scena in tutta la sua crudezza. Così per un'impiccagione non viene mostrato l'intero corpo ma solo la parte inferiore dell'addome ed i piedi; per una ragazza che si getta da in cima ad un palazzo viene mostrato il corpo che urta contro le sagome di altri palazzi completamente inerme ma non la scena finale dell'arrivo a terra con tanto di sfiguramento che viene invece affidata solamente al tonfo che lo spettatore può udire. In altre parole: non il sangue e nemmeno l'atto che lo causa ma non per questo l'effetto di schifo è meno intenso.
Anche il comparto tecnico, per essere una produzione del 2007, rimane godibile tutt'oggi. La regia è di prim'ordine con alcune scelte davvero azzeccate quali ad esempio rendere il senso della caoticità dei combattimenti utilizzando rallentamenti e fermo immagine subito seguiti da improvvise accelerazioni o inanellare una serie di primi piani consecutivi su particolari rilevanti - cosa molto utilizzata anche per immagini apocalittiche come nell'Ep. 3 -. Se è vero che il tratto è molto marcato e che i colori non sono particolarmente vividi, lo è pure che questi espedienti tecnici raggiungono il risultato voluto e bene grazie anche al conforto di musiche per nulla banali - si spazia dalla classica al rock - e sempre molto appropriate a seconda del momento.
Ultimo punto davvero notevole sta nell'ancoraggio alla tradizione Japponica nel senso più ampio del termine, passandosi con agilità da concetti buddisti, taoisti e persino confuciani con fortissimo accento sugli Oni - i demoni giapponesi - e tutto ciò che è a loro collegato - templi, tesori, leggi, incantesimi etc. -. Grazie anche allo sforzo del fansub che ha aggiunto nella sigla finale una robusta serie di spiegazioni alla fine di ogni episodio, diventa proprio interessante scoprire di più del folklore Japponico.
Quello che costituisce il difetto principale è però la trama davvero troppo semplice, senza guizzi di sorta e per di più svolta in maniera corretta ma ben poco accattivante.
La puoi infatti riassumere con: 5 ragazzi - Kyouichi, lo spadaccino; Misato che controlla la gravità e finisce per aver pure in dono l'Occhio di Bodhisattva, il tesoro più importante e pericoloso al contempo; Komaki, l'arciera; Daigo, il wrestler forzuto; Tatsuma, il vero protagonista e notevole boxer - a seguito di un misterioso incidente acquisiscono dei poteri che utilizzeranno per combattere contro il discendente della famiglia Kodzune, ribelle già al tempo dei Tokugawa che aveva usato la magia nera per evocare demoni - principalmente ex membri della famiglia - con cui conquistare il potere. Quello che però non porta la trama lo porta l'idea di base, ossia quella di ancorare solidamente il tutto alla tradizione Japponica densa di "legge oscura", "Dieci Tesori Sacri", 4 Veda come templi a protezione contro gli Oni, Vene del Drago come flusso di Ki fonte dei poteri magici e il cui disturbo crea il sorgere dei mostri, Stella del Destino come guida per le proprie azioni per le quali rimane comunque la possibilità di scelta. Ci aggiungi anche la suggestione derivante dalla presentazione delle varie figure di Oni, ognuno con le proprie caratteristiche e i propri poteri: i Mouryou, spiriti di alberi e pietre che si cibano di cadaveri con la fastidiosa tendenza ad uccidere i propri cari vivi; gli Ikyriou, in grado di controllare i sogni, creare mondi in cui immergere gli avversari e provocarne la morte anche nel mondo "vero" tipo Freddie Krueger; gente poi che controlla le vibrazione dell'aria, l'elettricità, che assume la forma di una vespa o che spara fili rossi di ki, cadaveri.
Alla fine della visione rimangono poi questioni ben precise senza risposta. Vero è però che la serie vanta anche una seconda stagione Tokyo Majin Gakuen Kenpucho: Tou 2nd Act (TV), di 12 episodi che probabilmente quelle risposte le porta ma che non hai intenzione di guardare. Per chi voglia si può andare qui.
In definitiva un anime da cui ti aspettavi qualcosa di più ma che tutto sommato rimane una visione che ti senti di consigliare per coloro che animano il genere horror-soprannaturale. Se non temete gli Oni, dirigersi qui.
Tokyo Majin Gakuen Kenpuchou: un buon horror soprannaturale ma...
Reviewed by radish7
on
07:00
Rating:
Nessun commento: