Quando ha visto Retroactive - anche conosciuto in Italia come "Retroactive: non toccate il passato" - , film del 1997 di 91 minuti di Louis Morneau, l'hai fatto interessato principalmente dalla tematica del viaggio nel tempo per la quale stai svolgendo una sorta di mini speciale nel tuo secondo blog.
Man mano che il film proseguiva hai però capito che, no, non era quello il tema portante della pellicola e che quindi quattro parole le potevi scrivere in questa rubrichina qui, un attimo più leggera come una piuma di un colibrì a dieta.
Le regole sono sempre le stesse: 5 motivi 5 per vedere - o non vedere - Retroactive e prometti sin da subito che arrivati alla fine del post non si dovrà ripetere la lettura.
1 - Action dai buonissimi ritmi
Alla fine il film è un action thriller che coinvolge il giusto senza perdersi in tediose parti dialogate e prediligendo l'azione a pensieri e parole e Battisti sia contento così.
90 minuti caratterizzati da 5 loop in totale, ognuno con le sue differenze, ognuno con la sua sana dose di azione e reazione: merito principalmente del personaggio che ne è il vero idolo.
2 - L'idolo: Elvis reincarnato
Jim Belushi lo vorresti definire maestoso nella sua volutamente esagerata interpretazione di Frank, sorta di emulo di Elvis texano che vende chip per computer ad un centro di ricerca per l'accelerazione delle particelle in nulla dissimile al Cern ma al contempo se la spassa con la moglie Ray Anne e ha il grilletto più facile di quello di Billy the Kid.
Sempre pronto alla frase spiazzante, sempre ignorante quanto una capra con la dislessia, sempre violento con chiunque non gli stia a genio manco fosse l'Inquisizione spagnola del '500.
3 - La trama
Karen, poliziotta del dipartimento di Chicago di aspetto tutt'altro che non piacente e psicologa pure, resta con la macchina in panne in una classica stradona in mezzo al deserto del Texas. Accetta il passaggio offertole da Frank - già visto - e della moglie Ray Anne. Non ci si mette molto che le cose prendano la direzione dell'Antartide e Karen riesca a fuggire presso un centro di ricerca sull'accelerazione delle particelle in cui Bryan sta conducendo possibilmente l'ultimo esperimento sui viaggi nel tempo prima che il governo americano, sensibile all'uccisione di 12 cavie nei precedenti esperimenti, non decida di chiudere tutto.
Ecco...peccato che quest'ultimo esperimento funzioni bene e Karen venga rimandata indietro nel tempo al momento in cui era appena salita nell'auto di Frank. Sapendo che la storia non è proprio destinata a finire benissimo, cerca di agire per cambiarla e ci mette pure qualche tentativo - 5 - perchè i primi falliscono pur col suo intervento. Alla fine, però, trova il bandolo della matassa e mette tutto a posto: fa crepare il psicopatico Frank sotto i colpi di Ray Anne - che invece moriva costantemente nei precedenti loop - e fa arrestare quest'ultima da un poliziotto che aveva incontrato prima. E probabilmente se la spassa pure con Bryan ma non lo si saprà mai.
4 - Tematiche varie
Il film, pur essendo come detto un action movie, affronta per lo meno un paio di argomenti molto interessanti: un tentativo di dare profondità ad una pellicola raggiunto in una scala da pozzanghera a Fossa delle Marianne più o meno a livello di fiumiciattolo da campo.
Viaggi nel tempo con una macchina che altro non è che un acceleratore di particelle a tunnel di cui non viene data alcuna spiegazione se non che è possibile tornare indietro nel tempo di 60 minuti, 20 minuti o 120 minuti. I soggetti che lo usano ricordano quanto accaduto nei precedenti loop e, cosa che ti fa pensare che l'idea sia quella di unica timeline, tutti i fatti, a meno che loro non modifichino le loro azioni, si svolgono esattamente - ma proprio al puntino - come in precedenza. Ad ogni modo affrontare questa tematica per un film che la usa solo come pretesto non ha molto senso.
Psicologia: la premessa del film la si coglie infatti già nel dialogo iniziale quando Karen parla del suo libro dicendo che capire cosa si farebbe se si potesse tornare indietro nel tempo è una forma di terapia. Guarda caso, lei non la farà teorica ma proprio pratica e sperimenterà come, nonostante i vari tentativi, sia sostanzialmente impossibile comprendere a priori tutte le conseguenze delle proprie azioni e in che misura le stesse possano effettivamente incidere sugli eventi a maggior ragione in quanto i fatti sembrano mostrare una certa resilienza al cambiamento - molti di essi infatti succedono comunque ma in tempi e modi leggermente diversi -.
5 - Realizzazione tecnica
Non che puoi scriverne molto visto che il film l'hai beccato in maniera piuttosto fortunosa e con scarsa definizione e persino schermo tagliato. Però ti son piaciuti certi accorgimenti come i flashback in slow motion con effetto bluring e in bianco e nero oppure le continue oscillazioni della telecamera nei momenti più concitati come fughe e sparatorie.
In definitiva un film piacevole e leggero nonostante qualche tema e qualche scena piuttosto scabrosa. Per chi voglia loopare, dirigersi qui.
Il filmone: Retroactive, un play and error in versione thriller
Reviewed by radish7
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07:00
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