Ok, non è in realtà un film bensì un corto di circa 30 minuti del 2015 di provenienza vagamente nordica – don’t ask for more – ma ti ha impressionato positivamente.
Tanto che, a differenza di quanto fai di solito, metti proprio subito il link per chi voglia goderselo: qui per la cortesia del sempre ottimo Bowling Ball Fan Sub.
Pronti a entrare nel bosco? Si va.
1 – La trama
John Stramen è uno scrittore horror autore del best seller “Corde Oscure” ma ora in crisi di ispirazione; vive in un piccolo villaggio da solo assieme al suo cane Baako con il placido Norbert come vicino; si dedica prevalentemente a farsi un bel jogging mattutino e poi una buona pinta di birra nel pub locale in cui lavora Beth, cameriera che gli muore pure dietro e che lui non si fila di pezza.
Fin qui tutto ok, sembrerebbe: senonchè ultimamente ha la fastidiosa tendenza ad aver dei sogni che gli ricordano il passato vedendo una creatura alberata vagamente simile ad un Ent del Signore degli Anelli. Non proprio un buon inizio e la fine è pure peggiore: senza mezzi termini va in paranoia totale, crede che i suoi compaesani si divertano a imbrattargli con uova marce le finestre di casa, poi a dar fuoco alla sua auto ed infine ad uccidergli il cane. La prende bene: uccide un membro del villaggio per poi scoprire che si trattava di una pantomima per fargli tornare l’ispirazione. Finisce così in un manicomio dove peraltro la sua mente compromessa non è che lo lasci tranquillo facendogli ancora vedere la misteriosa creatura in cerca di vendetta. Morale della favola: attenti a fare gli scrittori.
2- Il protagonista
Intendi proprio l’attore che lo interpreta. Al secolo David Clark, uno della cui esistenza non avevi alcun tipo di idea e a quanto pare nemmeno IMDb, il database universale degli attori, che non ne riporta manco una foto e lo liquida dicendo che ha fatto un paio di film che ovviamente non conosci.
Però…fa la parte del malato Stramen in maniera davvero esemplare. Ottime le sue mimiche facciali con quegli sguardi pieni di devianza e quegli occhi costantemente fuori dalle orbite; barba incolta e occhiaie, totale noncuranza per quello che gli succede attorno ed esplosioni di rabbia molto convincenti. Bravo.
3 – L’ambientazione
Che adori l’Irlanda non è un segreto ormai. E qui siamo in piena campagna di San Patrizio: piccolo villaggio con case immerse dal verde dell’isola, boschetto di conifere, pub pieno di taglialegna vestiti in flanella come nemmeno la migliore Seattle. Ci vai proprio a nozze.
Anche dal punto vista tecnico, tenuto conto del budget probabilmente limitato, il corto convince. Molto bene resa la parte un po’ “lovercrafitiana” grazie a giochi di luce ed ombre ben realizzati e filtri verde marcio che conferiscono un giusto senso di cupo e degradato al contempo; a questo si aggiungono le immagini della creatura, sufficientemente indefinita e misteriosa e qualche scena davvero forte come ad esempio quella dell’uomo ritrovato appeso nel granaio.
Corto e fatto in economia: tuttavia decisamente suggestivo.
4 – Domande
Tutto il corto si svolge sostanzialmente in due diverse dimensioni, quella reale e quella onirica della mente spostata del protagonista: non è che si faccia molto per far capire quando si è nell’una o nell’altra. Gli indizi stanno infatti sostanzialmente in alcuni particolari minori che cambiano – ad esempio la paternità del libro oppure il colore dei capelli di Angela – fino alla fine in cui tutto quello che viene confermato è l’allucinazione del protagonista. Diventa allora chiara la sua paranoia; tuttavia rimane oscuro il suo passato solo accennato.
E’ John stesso ad affermare che “ha tolto qualcosa a qualcuno e l’ha usato per sé” e che questo qualcuno ormai è morto; l’interpretazione più facile, confrontando la paternità del libro tra dimensione reale e dimensione onirica, è che la vera autrice del libro sia Angela e che John gliel’abbia rubato per aver successo; rimangono oscure le circostanze in cui Angela sarebbe morta, però. Del resto anche il fatto che la creatura Entiana talvolta assuma la voce di Angela sembra indizio più che pressante.
Ti colpisce tuttavia anche la presenza di una foto in cui i due sembrano intendersela bene e poi anche quella di un uomo appeso nel granaio nella stessa posizione della creatura. L’interpretazione potrebbe a questo punto essere anche che ci sia stata una storia d’amore tra John ed Angela e che il primo l’abbia rubata al precedente compagno che avrebbe persino ucciso: tuttavia bisogna anche notare che quella immagine si ha in un sogno della mente deviata del protagonista e di conseguenza potrebbe essere ben poco indicativa.
Il mistero resta tra i boschi.
5 – La sigla di chiusura
Inquietante e melanconica il giusto e accompagnata da suggestive immagini con effetti nebbia e filtri oscuri. Degna chiusura davvero.
In definitiva un corto davvero interessante che vale la mezz’ora necessaria alla sua visione. Consigliato anche a coloro che non vivano attorniati da una foresta di conifere.
Il Filmone: Woods, quando la mente vegeta
Reviewed by radish7
on
07:00
Rating:
Nessun commento: