In sight - Chain Chronicles: 3 OAD per un Rpg standard



Il tuo RPG standard: questo il riassunto migliore possibile per “Chain Chronicle: The Light of Haecceitas” (チェインクロニクル ~ヘクセイタスの閃(ひかり)~ Hepburn: Chein Kuronikuru ~Hekuseitasu no Hikari), trilogia di film di un’ora/ un’ora mezza uscita tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. 

Tra ambientazioni suggestive, magie e combattimenti all’arma bianca, un cattivone di un certo rilievo, di cose ne avresti pure da scrivere. 


Ma non lo farai, non andrai in dettaglio su tutti gli elementi che ne compongono una trama tutto sommato semplice ma di sicuro effetto. No; darai solo qualche considerazione generale, con la premessa che il videogame da cui è tratto non l’hai giocato – e nemmeno ne conoscevi l’esistenza in realtà prima di aver visto questa trilogia -. 

La trama prevede un gruppo di eroi – un po’ alla Dragon Quest – che, forti di un tomo chiamato per l’appunto Chain Chronicle, si riuniscono nell’Esercito di Eliminazione e al fine combattere il gran cattivone rappresentato dal Re Nero alla guida del suo Esercito Nero, uno con la spiacevole tendenza ad ammantare di una sostanza nerastra tutto quello che incontra e a rendere chi ne viene colpito piuttosto dedito alla cattiveria. Il primo round finisce però un attimo malino: non solo il big boss non viene sconfitto dall’eroe Yuri ma, anzi, si frega pure una buona metà del libro il che comporta anche la sparizione della graziosa fatina spiritello Pirika. Oltre a mandare in semi depressione il già di per sé piuttosto scialbo protagonista Yuri, cavaliere di arma bianca e capo dell’esercito, che comincia a credere di non essere proprio adattissimo al ruolo e a considerare di darsi al lato oscuro. Ed è quello che accade: cede alla tentazione di vestire un’armatura bella scura con 6 occhi e persino di cambiare colore dei capelli – uno dei colpi di scena peggiore dell’anime - per divenire il braccio destro del Re Nero. Ma i fieri compagni non l’abbandonano: in particolare il molto Asta di Black Clover Aram, forte dell’ammirazione nei confronti di Yuri e sostanzialmente spuntato dal nulla, dopo vedersi donata una daga di pregevole fattura, si insinua nel castello del nemico e lo fa rinsavire a colpi di sapienti ceffoni. E da lì è una discesa verso lo scontro con il boss finale che si conclude, manco a dirlo per un RPG Japponico, con la vittoria del bene ed il recupero del Chain Cronicle con effetto collaterale gradito pure la riapparizione di Pirika.



In mezzo ci sta innanzitutto un'ambientazione molto interessante con alcune razze: elfi – Musica, la cantante - , Fury, Draghi travestiti da folletti pelosi come Kuribo di Yu Gi Oh, Orchi, Spiriti vari ed ovviamente umani di stirpi e popolazioni diverse. Il continente di Yggdra è infatti diviso in alcuni territori tra cui si distingue innanzitutto l’Impero Divino con la stupenda Santa Juliana come capo; successivamente vi sono la bellezza di 9 territori del fuoco di cui si vedono per la maggior parte soltanto alcuni rappresentanti. Nel primo troviamo, ispirato vagamente al Jappone dei samurai, il leader Shuza, uno che si trova piuttosto spesso in contrasto con l’Esercito di Liberazione ed in particolare con Juliana ma che poi intresca con una delle sue damigelle e da una mano abbastanza decisiva; gli altri non sono in realtà mostrati e allora ci si affida ad un’arciera del tutto simile a Robin Hood in gonnella, una chierica specialista della magie di cura, alcuni cavalieri esperti di arma bianca e una maga nera piuttosto forte. 

Come per ogni trasposizione di RPG che si rispetti, la componente ruolistica viene sviscerata il giusto ma senza esagerare: non si assiste certo alla presenza di barre della vita o contatori di statistiche però alcune regole sono sempre rispettate e fatte notare. Così, ad esempio, vale quella per cui la magia curativa tale non è per i non morti che vi vengono amorevolmente stesi; tutto l’anime mostra differenti tipe di poteri magici anche se l'elementalità non sembra aver alcun tipo di peso se non per la contrapposizione piuttosto netta tra oscurità e luce. 

La durata dei tre OAD è corretta, permettendo di intrattenere lo spettatore senza annoiare grazie anche prevalentemente a dei fondali in CGI davvero ben realizzati, ad un’animazione davvero spettacolare ed ad un chara design che non delude pur tendendo talvolta ad abbondare sulle generose forme delle protagoniste, non di rado un po’ troppo svestite qualsiasi sia la stagione. Le musiche paiono anch'esse piuttosto piacevoli: a parte l'opening e la ending, rockeggianti e caricanti il giusto, anche i temi durante l’anime suggeriscono la giusta sensazione di epicità, passione e disperazione, molto più degli stessi personaggi.



Tutto bello? Ma manco per idea. 

A parte la caratterizzazione dei personaggi che tende ad essere, quando non stereotipata, addirittura scialba – si salvano giusto il sempre energico ed Astatico Aram; la sempre grintosa Juliana e l’equivoco ma sempre piuttosto incazzatello Shuza - , anche la trama, per certi altri aspetti, un po’ delude: si tratta infatti di andare sempre dal luogo x al luogo y, il che sarà pure interessante per scoprire le varie ambientazioni ma diventa un po’ troppo ripetitivo alla lunga pur trattandosi di caratteristica propria del genere. Mancano però i guizzi che potrebbero essere portati da uno sviluppo interiore dei personaggi – non ve ne è traccia – oppure da continue e centellinate scoperte sulla storia, sui poteri e power up, sul passato dei protagonisti – e nemmeno di questo c’è alcuna traccia -. 

Da questa trilogia è stata poi ricavata anche una stagione di 12 episodi in totale andata in onda nella stagione invernale 2017 che tu non hai selezionato al tempo e che non progetti di vedere essendo il tempo sempre un bene scarsissimo.


In conclusione una discreta visione per coloro che hanno giocato all’RPG di riferimento o comunque amano il genere in questione: per costoro la direzione è questa con la serie di 12 episodi di cui non è vietato commentare qui sotto.

In sight - Chain Chronicles: 3 OAD per un Rpg standard In sight - Chain Chronicles: 3 OAD per un Rpg standard Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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