In Sight: Island, un’isola misteriosa tra leggenda e scienza



L’estate sta finendo e un anno se ne va e allora intanto si è concluso “Island”, anime della stagione Summer 2018 e trasposizione di una light novel del 2016 e poi anche del successivo manga. E, come sempre quando si parte da un light novel, la storia convince; in più l’anime si fa apprezzare anche per altre caratteristiche. 

Pronti ad approdare presso l’isola? Gettare le ancore per favore.

 

La ragione per cui avevi intrapreso la visione era essenzialmente quanto avevi letto come introduzione: si prometteva mistero in un villaggio con vaga connessione ai viaggi nel tempo. ‘Na roba che proprio ci vai a nozze con vaga somiglianza con Mayoiga. 

Come indicazioni generali, prima di arrivare alla trama ed al contesto che sono il vero punto forte della proposta, l’anime presenta delle idee e delle caratteristiche apprezzabili. Esiste giusto un minimo di fanservice ma non guasta mentre l’idea dell’harem tende per qualche puntata a divenire un po’ pesantina; vi sono parti ilari e caricaturali che spezzano in maniera giusta una trama non certo cervellotica ma che richiede comunque un po’ di attenzione; ogni episodio presenta poi un intermezzo musicale cantato da uno dei protagonisti che riassume la situazione corrente con un costante tocco di dolcezza e malinconia; infine esiste pure una vaga connotazione RPGistica intesa come esplorazione e scoperta progressiva di nuove aree. 



Ma, lo ripeti, la parte veramente interessante è la trama accompagnata peraltro dalla costruzione piuttosto solida del contesto. Si apre con il mistero di un naufrago – Setsuna – che arriva nell’isola di Urashima, completamente nudo e senza ricordare alcunchè del suo passato e la cosa nemmeno tanto ne sorprende gli abitanti che hanno già visto – e si scopre poi – questo succedere in almeno un paio di occasioni che coincidono ogni volta con l’apparizione di un’ulteriore isola chiamata Boryujima che dovrebbe pure portare con sé una bella tempesta magnetica. La storia è essenzialmente volta a svelare il mistero sia attraverso le interazioni con i vari personaggi che risvegliano progressivamente la memoria sopita di Setsuna, sia attraverso le ricerche della sacerdotessa dell’isola Sara: un tentativo che si nutre dunque sia di un percorso scientifico – non proprio chiarissimo in realtà ma sicuramente con concetti affascinanti – che di leggende tratte da folklore e religione gentilmente fornite dalla nutrita biblioteca di casa Ohara e del Tempio di Sara-. Fino ad un buon finale che contiene sia un colpo di scena – prevedibile grazie agli indizi che inducono quanto meno a riflettere lo spettatore più attento - sia la spiegazione definitiva e incontestabile della tematica del viaggio del tempo che si rivela null’affatto semplice e inizi riassumendola con lo schema qui sotto. 



Non è molto chiaro innanzitutto cosa abbia permesso questi viaggi temporali. La macchina viene definita come una sorta di capsula di ibernazione in cui semplicemente il tempo non scorre permettendo dunque a chi vi è all’interno di non invecchiare. Piuttosto chiaro è infatti che, presso l’avanzatissima Never Island, non si è ancora arrivati ad una macchina del tempo vera e propria che permetta di ritornare nel passato e che proprio questo è uno degli obiettivi della ricerca. Quello che la macchina allo stato attuale permette di fare è dunque solo non subire gli effetti del tempo e pertanto il tutto si potrebbe configurare come un effettivo viaggio nel tempo ma solo nel futuro. A complicare le cose stanno alcune indicazioni abbastanza oscure che dicono che, per qualche causa mai spiegata, ogni 40000 anni il mondo si “resetta”, ossia torna indietro dello stesso numero di anni e tutto accade esattamente come accadde prima. Questo, si badi bene, non può significare che il mondo stesso ritorna indietro nel tempo di 40000 anni: significa che continua ma che torna ad essere esattamente come era 40000 anni prima. In altre parole vi sono una serie di “sezioni” o “ere” di 40000 anni ciascuna che si susseguono linearmente. Il Setsuna protagonista, quando entra nella macchina, non fa altro che andare da una all’altra sezione, ripetendo più volte – e non sappiamo quante – il “loop” fino a mantenere nell’ultimo arco i suoi ricordi, sapere cosa deve fare per modificare il passato nella maniera voluta – e lo sa lui perché tu non è che l’abbia molto capito – e quindi, in teoria – perché l’anime non mostra cosa accade nella Never Island dell’ultimo arco – salvare il mondo dalla rovina o meglio, evitare che il mondo si resetti un’altra volta. Questo quello che pensi di aver dedotto: le domande infatti si sprecano. Pratico listone formato Island famiglia: 

- perché, visto che il “viaggio” avviene attraverso una macchina, i “viaggiatori” vengono sempre ritrovati sulla spiaggia? Non hai risposta. 

- i vari personaggi che vediamo essere identici a loro stessi in diverse epoche (Island e Never Island), sono antenati discendenti o reincarnazioni? Possibili probabilmente entrambe le ipotesi. Nel corso delle varie sezioni dovrebbero proprio essere loro stessi in forza del reset; nel corso della singola sezione dovrebbe trattarsi invece di discendenti (da Island a Never Island) oppure reincarnazioni. La domanda nasconde però un’insidia interessante relativamente a Rinne/Kuon e Setsuna che viaggiano non all’interno della stessa sezione ma tra le sezioni: devono essere sempre gli stessi – o il problema del reset non verrebbe mai risolto – ma allora vi dovrebbero pure essere le loro copie identiche che invece non si vedono mai. 

- esiste anche un altro Setsuna, quello originariamente amato da Rinne di Island e ritrovato poi sull’isola di Boryujima morto. Chi è? Questo proprio non l’hai capito e ti sei affidato all’Internetto che parla del figlio del figlio legittimo degli Ohara, ossia di Norimasu e Kuon – quella vera, non Rinne -. 

Ad ogni modo per aumentare la suggestione la serie contiene una serie di riferimenti molto interessanti, in particolare quello alle Oopart – le “opere” inspiegabilmente tecnologiche di un certo periodo storico, troppo poco avanzato – e viene persino ritrovata una mappa delle stesse che converge verso Urashima, chiara indicazione che qualcosa lì deve essere accaduto. 



L’ambientazione è quindi duplice, trattandosi sostanzialmente dello stesso luogo - l’isola di Urashima – in due epoche diverse. Nel presente l’isola è caratterizzata dal dominio di tre grandi famiglie di cui vengono mostrate le rampolle: la Garandou – Sara, la sacerdotessa; famiglia con la notevole tendenza di tatuare a tutti i nati una bella mezza stella sempre che sopravvivano, visto che se presentano degli occhi grigi sono considerati malati della “Malattia della Fuliggine” e quindi rinchiusi se non gettati come nemmeno i neonati meno forti a Sparta - , la Kurutsu – Karen, simpatica uaglioncella con qualche problema con il padre – e la Tarou – potente a quanto pare e dotata di spie nel continente che non viene tuttavia mai mostrato - di cui fanno parte le due Rinne entrambe con qualche supposto problema di deambulazione: una – Kuon - se ne sta sempre rinchiusa nella sua stanza e comunica solo attraverso lettere sotto lo stipite della porta – e una ragione c’è eccome - ; l’altra invece crede all’inizio di essere affetta dalla "Sindrome della Fuliggine” che le impedirebbe di uscire all’aperto sotto la luce del sole e che cura con estratti di serpenti di mare velenosi. Vi si stampa un giornale – 1 volta ogni tre mesi -, vi è una stazione di polizia, una spiaggia, una cittadina con mercati e celebrazioni varie: la tua tipica isola giapponese insomma. 

Un po’ meno tipica è invece Never Island – ossia Urashima nel futuro – che viene mostrata per almeno un paio di episodi – dal 9 in poi –. Appare come una sorta di rifugio umano sotterraneo che funziona grazie ad una tecnologia non più riparabile proveniente da una civiltà antica in un mondo andato a scatafascio e circondato dai ghiacci: divisa in sezioni e socialmente dominata dalla Chiesa – Sara qui è figlia del Cardinale -, vi si pratica anche il razionamento del cibo, sintomo del fatto che l’umanità se la sta davvero passando alquanto male. E difatti vi sono dei ribelli riuniti nell’organizzazione denominata Neo Avalon di cui fanno parte o a cui si uniranno essenzialmente i discendenti – quasi tutti tali e quali; Sara, Karen, Setsuna e Rinne; uguali proprio fisicamente – dei personaggi già visti fino a che avverrà il viaggio nel tempo di Setsuna e di Rinne. Stando a quanto viene impostato da Rinne nella Macchina del Tempo – che viene esplicitamente detto essere stata progettata e costruita dai suoi avi – si dovrebbe trattare di ben 20000 anni nel futuro: la ragione del viaggio dovrebbe essere quella di cambiare il passato in maniera da evitare la crisi del futuro. Non sapremo tuttavia mai se questo si avveri, dato che Setsuna, al secondo viaggio nella Urashima presente, se ne resta beato beato lì anche perché, in quello che è il colpo di scena migliore della serie, vi ritrova la moglie originaria. 

Ultima notazione riguarda il finale che a quanto pare non è lo stesso nella Light Novel – che non hai letto né lo farai a meno che non entri in possesso di una macchina che freeza il tempo – e nell’anime. Nel secondo, infatti, sostanzialmente si tratta di un happy ending con il Setsuna e la Rinne della leggenda che si riuniscono e vanno pure a fare il viaggio di nozze sotto gli occhi della figlioletta Rinne che, superata la cotta per Setsuna, approva pure: questo dovrebbe rompere quella sorta di “maledizione” della leggenda e quindi impedire che il mondo si resetti nuovamente – anche se non viene mostrato -. Nella Light Novel, invece, la conclusione è piuttosto amara con Rinne/Kuon che in sostanza perde gli amici, la figlia e l’amato Setsuna che rimane nella capsula mentre sulla stessa si accumulano le scritte che dicono che la ripetizione non è andata bene. 


Non ti va di aggiungere altro anche se se ne potrebbe parlare ancora per 20000 anni; consigli la visione a coloro che sono appassionati di dolci storie romantiche a lieto fine con leggera inflessione scientifico-folkloristica a fare da contorno. E ora torni nella macchina del tempo. 

In Sight: Island, un’isola misteriosa tra leggenda e scienza In Sight: Island, un’isola misteriosa tra leggenda e scienza Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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