Hai appena terminato la visione di The Breed – La Razza del Male, allegro horror del 2006 e opera prima di Nicholas Mastrandrea, uno che nel suo palmares annovera Scream come secondo direttore di produzione come massimo.
E…dopo la consueta pausa i soliti 5 motivi 5.
1 – La trama
Semplice, lineare, per nulla cervellotica.
Con un buonissimo inizio: una coppia arriva nell’isola per spassarsela e la bionda decide di metterci piede per prima senza aspettare che il compagno finisca di ancorare la barca. Immediatamente sbranata dai cani. Lui scappa e lo ritroveremo poi che farà comunque la stessa fine. Quello che ti piace è che l’inizio ti proietta immediatamente nel possibile mood giusto: non ci si perde in lungaggini e difatti hai pensato che finalmente avevi trovato una pellicola che non concentra tutto nell’ultimo quanto d’ora.
Sbagliavi. Arrivano poi 5 universitari sull’isola dove sta la casa lasciata dal parente di uno di loro con lo scopo di divertirsi per un week end. E lo fanno – salvo un piccolo morso intorno alla mezz’ora di film – per buoni 45 minuti che costituiscono metà della pellicola. Da lì in poi finalmente inizia l’horror grazie ad alcuni cani – si, cani – null’affatto docili e in cerca di carezze che faranno di tutto per pasteggiare con le loro carni. Si salveranno – spoiler – in tre…o forse no.
Se in mezzo andiamo parecchio male, il finale sarà pure scontato e visto qualche milione di volte in tutte le salse ma almeno non ti dispiace. Quando tutto sembra amaramente risolto e i 3 sopravvissuti stanno scappando in una barca e si stanno ponendo questioni da cui potrebbe dipendere il destino dell'umanità - tipo cosa fare visto che sono stati morsi e potrebbero diffondere il contagio; il cervellone la liquida facile dicendo che troveranno un medico che li curi - uno di loro decide di ritirarsi sotto coperta per riposare e boom, appare un cane sulle cui fauci pronte ad azzannare si chiude. Scontato ma vorresti dire addirittura meglio di quanto potevi aspettarti dopo un’ora e mezza.
2 – Horror
Alcune scene ti sono decisamente piaciute pur non essendo memorabili.
Non si tratta di un horror in grado di montare la tensione minuto dopo minuto, questo no: si basa piuttosto sul singolo fatto improvviso intriso di sangue e leggermente splatteroso. Così può accadere ad esempio che gente venga divorata da cani famelici; che, nel tentativo di divincolarsi da un attacco canide, si finisca per cadere da un balcone e per essere infilzati nel pennone di una allegra giostra mortale; che si sanguini a seguito di morsi vari e così via.
Dopo una buona ora – ed il film dura un totale di un’ora e mezza – il film tenta pure di diventare una sorta di Survival Horror, con i ragazzi chiusi in casa che tentano di pianificare la via di fuga prima raggiungendo l’idrovolante con cui erano arrivati, poi mirando ad un fienile con una vecchissima Mercedes – che poi raggiungeranno -, infine riuscendo ad arrivare ad una imbarcazione con cui crederanno di fuggire. Se, in certi e limitati casi, è pure apprezzabile la strategia che i ragazzi utilizzano – ad esempio allorchè per raggiungere il fienile lanciano un cavo e una di loro ci arriva calandosi tipo teleferica -, rimane che praticamente mai la tensione viene costruita nella maniera giusta: detto in altri termini, mai si sente ansia e angoscia, permanendo piuttosto una fastidiosa atmosfera da vacanza. Costruzione fallita prevalentemente causa scelte scenografiche piuttosto poco ficcanti: inquadrature ordinarie, giochi di luce poco convincenti, musiche che non accompagnano e sottolineano i momenti che dovrebbero essere salienti.
3 – I personaggi
Non sono certo memorabili. Classici teen agers che se la vogliono spassare e che ripetono qualunque tipo di stereotipo americano si sia già visto nei film del genere. La coppia di cui lei è una sportiva provetta e lui un secchione sempre ligio al dovere; il fratello di lui con una vita piuttosto avventurosa; la biondina tutto pepe ma che in realtà non è così disinibita come si voleva credere; il ragazzo di colore, quinto incomodo, bello dissoluto.
E’ apprezzabile che salti fuori qualche altarino nel corso della pellicola con qualche ricordo dei bei tempi che furono, tuttavia non si può dire che i personaggi brillino per introspezione psicologica e men che meno che crescano e si sviluppino.
4 – Vita da cani
L’unico vero mistero che aleggia nell’isola è quello dei cani e viene liquidato in maniera piuttosto sommaria disattendendo le aspettative dello spettatore che – probabilmente – tiene alta la sua attenzione proprio per questo motivo a attende lo spiegone.
Invece viene solo notato che i cani presentano un intelligenza allorchè tagliano la gomena dell’idrovolante esattamente nel punto necessario a sciogliere il nodo; si vede – ma non se ne parla – che sanno programmare le loro strategie per impedire ai ragazzi di lasciare l’isola – quando tra l’altro il tizio dell’inizio dice chiaro “non ci vogliono qui” -; infine lo spiegone si riduce a dire che, nella base operativa dell’isola, “facevano esprimenti genetici” e bon, nessun approfondimento su quali possano essere i dettagli. Un po’ poco, per quanto sia sempre piacevole vedere tante belle razze canine riunite.
5 - Buchi di sceneggiatura
Non pochissimi ma ne citi giusto un paio.
La ragazza che sopravvive riesce ad uscire illesa – sì, illesa – da un’esplosione che lei stessa aveva provocato nella base di ricerca al fine di liberarsi di alcuni cani. Non viene mostrato come – riappare semplicemente il frame successivo – ma dubiti che potesse granchè correre, dato che era pure stata morsa e la sua mobilità era uno dei problemi principali del quarto d’ora precedente di pellicola.
L’uomo che arriva all’inizio della pellicola è sopravvissuto. Come? Non aveva certo le chiavi per entrare nel cottage dei protagonisti e men che meno nel centro ricerca. Se poi era riuscito in quell’impresa si suppone ci sapesse un minimo fare; no, invece muore subito appena trovato dai ragazzi. Quanto tempo poi è passato da quando era arrivato lui e poi i protagonisti? Riappare e scompare nella trama come il miglior Houdini.
In definitiva una pellicola un po’ deludente ma va anche detto che ti eri abituato piuttosto bene con gli horror. Per chi voglia dare un’occhiata l’isola si trova qui: attenti ai cani.
The Breed - La Razza del male: un horror…tipico
Reviewed by radish7
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20:06
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