Ti è stato regalato e devi dire che lo avevi messo in disparte in attesa di tempi migliori, qualcosa nella copertina non ti convinceva. Poi però hai finalmente avuto un’oretta libera – perché non richiede di più –, lo hai provato e ti sei accorto che sbagliavi di brutto. Stai parlando di Super Conductive Brains Parataxis, 1 solo volume con 6 capitoli – tra l’altro usciti in tempi diversi come storie non collegate se non dall’appartenere allo stesso continuum spazio temporale – dato alle stampe nel 2001, ad opera di Shintaro Kago della cui esistenza – e te ne penti – non avevi idea.
Ti ha sorpreso e nemmeno poco rivelandosi avvincente quanto a trama e soprattutto sceneggiatura, notevole per le ambientazioni ed il contesto, ben fatto dal punto di vista grafico. Non credi sia possibile chiedere molto altro ad un fumetto.
Parti con la trama ed avvisi subito che la spoileri forte e nemmeno dalle tue righe si potrà probabilmente capire la bontà della sceneggiatura. Ambiente post apocalittico: qualcosa è successo – ma non si sa bene cosa – e l’umanità ora esistente si serve dei Sadra, curiose combinazioni di parti umane femminili e parti meccaniche; vengono utiizzate per i trasporti, per i lavori più pesanti e persino per scopi militari. Non sono considerati esseri viventi ma macchine; rispondono – almeno così si crede – solo ai comandi; tuttavia già nel primo episodio i protagonisti vengono a contatto con un esemplare un po’ anomalo e almeno uno dei ragazzi sembra credere fermamente sia senziente in tutto e per tutto. Per poter affermare la sua libertà questo Sadra dovrà però scappare e combattere cruentemente; sarà un problema anche il cibo – gli vengono somministrate delle sostanze liquide – salvo poi scoprire che ha bisogno di carne che trarrà dai corpi di suoi simili uccisi o scartati. I successivi capitoli dosano una serie di centellinate informazioni sia su questi Sadra, sia sulla storia, sia sul contesto e l’ambientazione fino ad arrivare con gli ultimi due ad avere chiara la sconcertante conclusione con una scenografia a dir poco perfetta che esplode con il colpo di scena finale mai detto apertamente ma ormai chiaramente percepibile.
In sostanza, dopo un olocausto causato dall’uomo, alcuni scienziati combattevano per affermare quale sarebbe stato il metodo migliore di preservare la razza umana: uno di loro, dato per pazzo dalla comunità scientifica, pensò di “restringere” gli esseri umani – per permettere loro di occupare poco spazio nel sottosuolo dove avrebbero vissuto - ma al contempo di conservarne intatte le capacità cerebrali. Altri – la scienza prevalente – preferirono utilizzare delle celle criostatiche. Il popolo che si vede all’inizio e che istintivamente il lettore concepisce come la razza umana sopravvissuta, è in realtà quella di questi umani “ristretti” che sono ormai diventati la razza dominante. I Sadra altro non sono che la nostra razza; alcuni sono stati “ricostruiti” geneticamente dal DNA procurato dai fossili – e se si parla di fossili allora non è che l’olocausto sia avvenuto l’altro ieri - , altri sono riemersi dalle cellule criostatiche – come la Sadra del primo capitolo -. A costoro, vista l’avanzata tecnologia dei “ristretti”, viene in sostanza asportato il cervello al fine di renderli facili da manovrare.
Si tratta – anche se il tema viene discusso nell’opera – ormai di due razze distinte sia pure se la matrice è la stessa.
I ristretti sembrano infatti vivere come in una specie di collettività Borg di Star Trekkiana memoria pur mantenendo la loro individualità; il concepimento avviene attraverso una complicata procedura che prevede il deposito di materiale genetico dei due genitori presso Istituto apposito, esami preliminari e autorizzazioni varie e poi una fase di incubazione in 12 passaggi diversi e 12 incubatrici diverse, ragione per cui, di fronte ai costi, è possibile lasciare il feto all’Istituto e pagare una sorta di canone per lo sviluppo del figlio. Esistono comunque i nuclei familiari standard e, per qualche ragione non ben spiegata, anche le disparità sociali cosiccome la delinquenza – e difatti i tre ragazzi del primo capitolo sono in sostanza dei fuori legge -. I “ristretti” presentano una tecnologia genetica molto avanzata e utilizzano i Sadra sostanzialmente per tutte quelle mansioni che la loro ridotta dimensione non consentirebbe; se i popolani non ne conoscono origini e biologia, le alte sfere decisamente dovrebbero sapere bene e difatti un loro contingente militare ha lo scopo di scovare le celle criogeniche e di ucciderne gli ospiti: sanno in altri termini che i Sadra che non siano quelli della loro ricerca genetica da fossili si possono risvegliare e che sarebbero notevoli problemi. E si spiega pure – anche se non viene detto – come mai i Sadra siano tutte donne: più docili presumibilmente e l’eliminazione degli uomini serve anche ad evitare il rischio di perpetuazione della specie – uno dei principali problemi dell’ultimo capitolo è che, a quanto pare, tutte le Sadra rimangono incinte senza la controparte maschile a dimostrare che hanno imparato a farne a meno in un atto che viene letto come volontà di affermare di essere appunto degli esseri viventi e senzienti -.
I “normali” sono gli esseri umani veri e propri che lottano per affermare se stessi in un contesto ormai completamente mutato e non più conosciuto. Come tali sentono dolore, hanno fame e sono persino cannibali.
Qui l’hai spoilerato come farebbe chi ha conosce già la storia e ha già ricollegato i puntini; tuttavia garantisci che la maniera in cui le informazioni vengono introdotte garantisce una lettura di estremo interesse e ricca di stimoli per la mente. L’autore è davvero molto bravo a far credere che quella cui si assiste in origine sia la “consueta” società umana post apocalittica; solo pian piano fa sorgere dei dubbi al lettore fino a rendergli chiaro il capovolgimento totale della percezione. Touchè, molto ben fatto.
Altra cosa che ti è piaciuta è come alla mente, man mano che leggevi, arrivassero immagini che avevi visto altrove, ricordi di altre opere che segui o avevi seguito. La prima e più facile è quella che porta ad Attack on Titan: i Sadra sono infatti definiti giganti; molti vengono comandati dall’interno da parte di uno dei ristretti – un po’ come lo shifter di AoT – che poi ne esce – a ben vedere ricordano persino i classicissimi robottoni -; la loro origine rimane oscura al lettore ma pure ai “ristretti” qualunque .- di cui si assume il punto di vista - per buona parte dell’opera, sintomo appunto del fatto che la conoscenza della verità è solo per una ristretta elite, probabilmente militare; nel momento in cui si scopre che sono addirittura cannibali il collegamento diviene proprio palese. Lampi di Evangelion, con i Sadra come specie di macchine che utilizzano un potere proprio del “nemico”. Ricordi vaghi dei Borg per come la collettività dei “ristretti è organizzata.
Piace davvero molto il fatto che l’ambientazione sia steampunk, in un futuro tecnologicamente avanzato ma piuttosto fatiscente; piace moltissimo che il manga non lesini scene splatter e gore mostrate in maniera molto esplicita. La parte grafica si adatta alla meraviglia ed anzi sottolinea tutto questo: tratto ficcante, linee cinetiche angoscianti, fondali molto ricchi e curati sì ma anche confusi – difficile intelligere bene a prima vista quello che vi si trova, è necessario soffermarsi a controllare bene – : tutto esalta un senso di alienazione e incertezza che lo stesso contesto vuole portare.
Ora sì, hai finito. Non ti vuoi dilungare sul finale: va letto. Non lo hai trovato in italiano ma per coloro che almeno un po’ pratichino la lingua albionese, ecco il comodo link.
Super Conductive Brains Parataxis: affascinante in proprio tutto
Reviewed by radish7
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