Sul tuo bel bloggettino Slenderman è una presenza di rilievo: ha una pagina dedicata addirittura tra le leggende e in passato gli hai dedicato uno speciale che ne riporta la storia e le principali manifestazioni pubbliche da un decennio circa a questa parte - qui per i curiosi -. In particolare, nel post dedicato alle apparizioni sul piccolo e grande schermo, citavi un film che sarebbe stato originariamente annunciato in uscita per il 2017: ecco, ha magari tardato un anno ma è arrivato e figurati se non ci scrivi due parole.
Slender Man è un film del 2018 diretto da Sylvain White, della durata di 93 minuti, che porta lo spettatore nell'incubo vissuto da cinque amiche liceali di una piccola città del Massachusetts.
Al solito, 5 punti 5 per decidere di evocare o non evocare lo Slenderman.
1- L'inizio del film
Il film sembra partire come una sorta di classicissimo teen horror e addirittura richiama alla mente, modernizzato, The Ring. Per qualche strana ragione 5 amiche liceali decidono di ritrovarsi nella cantina di una loro e di passare una serata diversa andando a vedere un bel video su Youtube in una lingua vagamente caucasica ma con sottotitoli americani. Peccato che quel video serva per evocare lo Slenderman e che, nonostante il rituale - basta chiudere gli occhi al primo rintocco di campana, liberare la mente e poi riaprirli al terzo rintocco: non proprio una cosa complicata, eh - sia interrotto da alcuni dialoghi, funzioni.
Il resto è puro incubo.
2 - Horror
Sì, decisamente e nemmeno nella versione più semplicistica del classico Jumpscare da quattro soldi - che è presente per fortuna in non più di un paio di incarnazioni - quanto piuttosto in maniera alquanto raffinata: atmosfere parecchio scure, sonorità parecchio ficcanti, inquadrature spiazzanti, interpretazioni delle giovani attrici esasperate, qualche apparizione sempre confusa dello Slenderman, mantengono un contesto di costante inquietudine ed ansia.
Da questo punto di vista non puoi criticare il film: ben fatto.
3 - Lo Slenderman
Come ogni horror, la dinamica è sempre la stessa: succede qualcosa, bisogna prima capire cosa e perchè, trovarne i possibili rimedi ed infine agire di conseguenza. Va anche aggiunto che i protagonisti subiscono una situazione che non conoscono e non comprendono e questa costruzione funziona sempre alla grande sia dal punto di vista della tensione sia da quello della curiosità per la ricerca che ne consegue.
Si assiste infatti ad una spasmodica ricerca di tutte le informazioni possibili, via Internet - siti o chat con una fantomatica donna che si scoprirà poi essere una ricoverata in un centro di sanità mentale per esser stata precedente vittima di Slendy - o anche alla vecchia maniera cartacea in una biblioteca. Interessante è la scoperta della fonte dei poteri dello Slenderman: si tratterebbe dell'elettricità e del magnetismo che in sostanza compromette le onde cerebrali delle vittime comportando effetti quali il cambio di personalità, l'automutilazione, la depressione nervosa e addirittura l'autosparizione - in realtà si scoprirà che l'ultima dipende da altra cosa -. Bello pure il riferimento al Pifferaio Magico dei Fratelli Grimm solo che stavolta non sono topi quelli che vengono lurati.
Per il resto Slendy appare nella maniera classica conosciuta: alto, arti esageratamente lunghi, mani deformate con unghie affilate, vestito elegante nero, volto completamente bianco e senza fisionomia, appendici che si muovono dalla sua schiena. Appare giusto per sconvolgere e "alcuni li prende, altri no" anche se non viene mai chiarito sulla base di quali principi; quelli che prende li avviluppa all'interno di una specie di albero - cosa che accade alla prima delle ragazze ad inizio film verosimilmente e sicuramente all'ultima che così salva dalla cattura la sorellina- ; quelli che non prende li rovina psicologicamente - ossia li fa vivere nella costante ansia della sua manifestazione e senza possibilità di essere creduti da alcuno -.
Entra nelle testa delle persone come un virus e come un virus si diffonde tramite chat internet, meme, disegni etc.; alcuni oltrepassano però la linea e lo evocano, cosa che accade alle protagoniste del film.
4- La sceneggiatura
Non brilla ma nemmeno è tanto criticabile. Rovina un po' il fatto che lo spettatore sappia bene già dal titolo cosa attendersi e con cosa le protagoniste abbiano a che fare; immaginando di non saperlo, il film funzionerebbe anche abbastanza bene, immergendo nello stesso stato di ansiogena ignoranza e necessità spasmodica di trovare una soluzione in cui le ragazze versano.
5 - Il cast
Data la tua notevole ignoranza in tema di piccolo e grande schermo, devi dire che i nomi non ti colpiscono. Ricordi giusto Joey King - qui nella parte di Wren - per averla vista in altro film che hai recentemente visto - qui - ; per il resto sono per te un giovane cast che però, lo devi dire, fa il suo compitino in maniera più che soddisfacente.
Un film elettrico e magnetico: per chi voglia provarlo la foresta si trova qui. Attenti ai rintocchi di campana.
Slenderman (2018): l'uomo esile arriva al cinema
Reviewed by radish7
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