Ormai sei abbastanza in crisi con la tua visione di anime horror perché davvero hai scandagliato quel mare di sangue col sonar rilevagore. Ti eri però perso Deadman Wonderland, anime del 2011 tratto da manga omonimo (デッドマンワンダーランド) serializzato a partire dal 2007 grazie alla scrittura di Jinsei Kataoka e all’illustrazione di Kazuma Kondou – uno che già aveva messo le mani ad esempio su Eureka Seven, quindi non proprio l’ultimo arrivato degli ultimi arrivati -.
E…ti è piaciuto per almeno una ragione: il concept, parola che nel mondo delle arti figurative vuol dire tutto e vuol dire nulla. E allora le diamo un significato.
Concept, dicevi: l’idea da cui parte il manga/anime ti piace davvero molto e pure la realizzazione non è che sia così da buttare.
10 anni prima degli eventi attuali si verifica nella regione del Kanto il Dead Hole, un crollo gravitazionale tale da radere praticamente al suolo la gioiosa città di Tokio – rimangono poche isole - e far muovere la capitale Japponica presso Saitama – no, non il protagonista di One Punch Man - : si tratta, dalle spiegazioni gentilmente ricevute, di un vero e proprio Nameless Wormhole – che in italico sarebbe un “Buco Nero senza nome” – che avrebbe dato origine ad un cristallo rosso da cui poi sarebbero derivati anche i poteri dei protagonisti.
In questa situazione di desolazione, si pensa bene per tirare su il morale di costruire un parco giochi proprio nell'epicentro del Dead Hole: non proprio però la tua isola dei divertimenti standard. Il DeadMan Wonderland, infatti, è a tutti gli effetti un carcere privato che utilizza i propri detenuti come attrazioni; e che detenuti, devi dire: proprio coloro che, a seguito del wormhole, hanno sviluppato dei poteri e che prendono per questo motivo lo stesso nome del carcere stesso. L’organizzazione è particolarmente rigida: non solo esiste una polizia interna – con un’affascinante capo di nome Makima – che non disdegna usare la violenza se necessario, ma tutti i detenuti sono muniti di collare GPS localizzatore che deve sempre essere tenuto a bada tramite i Cast Point e delle caramelle specifiche da ingerirsi almeno una volta al giorno pena esplosione dello stesso e morte del detenuto. La prigione, di struttura vagamente esagonale, viene organizzata in settori: in quello G sono contenuti i DeadMan Wonderland, ossia i più pericolosi, coloro che posseggono i poteri derivanti dal Ramo Del Peccato - e sono rappresentati con nomi di animali, ad es.: Picchio, Tordo etc. - che esercitano tramite l’utilizzo in varie maniere del proprio sangue – chi come proiettili, chi come lame, chi addirittura come palle che fluttuano nell'aere che a confronto energia sferica levati, etc. - ; costoro si devono confrontare obbligatoriamente nel Carnival Copse – in italiota suona come “Carnevale dei Cadaveri” - , attrazione per gli scommettitori più abbienti alla cui vittoria viene collegata la possibilità di ottenere Cast Points e caramelle e quindi di sopravvivere; chi perde, invece, viene sottoposto ad una tortura con una ruota della fortuna di Zanicchiana memoria che determina la parte del corpo da asportare in pratica diretta televisiva.
I DeadMan Wonderland hanno poi altre interessanti caratteristiche: hanno tutti un codice ID e il loro potere può essere fermato con l’utilizzo di proiettili calmanti; a parte sta la misteriosa – sia per le origini anche se sembra potersi desumere un qualche esperimento sia per poteri e mancata crescita caratteriale – Shiro, il Wretched Egg: una che è sempre vissuta nella sessione G assieme al nonno, che va pazza per i dolci, si veste con una tuta bianca con decorazioni rosse, ha dei sopracciglioni di livello Agnelli e mostra di aver dei poteri assolutamente fuori dalla norma. In fin dei conti proprio lei, per quanto puccia e ingenua, rappresenta il principale mistero di una serie che l’anime purtroppo non porta a conclusione.
Vista la situazione, non sorprende che in parecchi non siano proprio contentissimi. Si forma infatti una resistenza, denominata Scar Chain, il cui scopo è quello di riuscire a consegnare delle registrazioni di atti disumani ai politici che, come ogni anno, visitano per una settimana il DeadMan Wonderland con lo scopo di commemorare le vittime. Contro di loro ed in generale contro i Deadman più pericolosi operano gli Undertaker che altro non sono che i peggiori e più pazzi tra i Deadman – quelli per cui il programma di riabilitazione si è rivelato inutile - assoldati da Tamaki, ex avvocato poi promoter ed ora persino General Manager del parco. Sono divisi in Dan a seconda del livello e mostrano poteri notevoli ed eccentrici allo stesso tempo: il loro esempio principale è senz'altro il monaco Genkaku, uno che se la diverte con una chitarra elettrica – che sa anche suonare per altro – praticamente trasformabile in super bazooka alla bisogna.
Dopo questa sfuriata modello Bignami di una Wikia, devi dire che la sceneggiatura – per i meno avvezzi: la maniera in cui la trama viene svolta - costituisce un altro motivo per procedere alla visione. Nulla di particolarmente originale, forse; ma dannatamente ben fatta con costruzione progressiva di domande e centellinate risposte che permettono di mantenere sempre viva la tensione. Sfruttando la facile soluzione delle sfide, monta la curiosità per la scoperta dei nuovi Deadman; allo stesso tempo, però, non sono in numero eccessivo, consentendo così una loro – e abbastanza varia – caratterizzazione. Da questo punto di vista devi dire che è un peccato che l’anime sia monco e che non siano previste – almeno non che tu ne abbia trovato notizie – continuazioni.
All'interno del coacervo di interessanti trovate, almeno due le devi sottolineare perché ne hai visto qualche ripresa posteriore.
Ad esempio, il fatto che l’arma di cui ogni DeadMan Wonderland è dotato sia originata dal sangue e che per accedervi sia quindi necessario ferirsi – il protagonista proprio si morde la mano, modello Eren - richiama davvero molto Attack On Titan; vero è che l’effetto ottenuto è diverso e molto più vario ma davvero la somiglianza non può non essere notata ed è appena il caso di notare che DMW è anteriore di qualche annetto buono all'opera del buon Isayama. L’intero concetto del parco divertimenti in cui si tengono scontri cruenti, poi, non può non riportare alla mente sia The Promised Neverland – per il parco giochi – che, da un altro punto di vista, Juuni Taisen – per il torneo e le scommesse collegate - sia pur con tutte le differenze del caso. Un po’ meno stretta come somiglianza è poi quella del robottone di sicurezza di cui il carcere è dotato che assomiglia dannatamente ad uno dei primi miniboss di FFVII.
A livello grafico si vede ovviamente molto forte l’impostazione da Eureka Seven e del resto, come già detto, il disegnatore è lo stesso. Quello che colpisce maggiormente è che, in un opera basata essenzialmente sul sangue nel vero senso della parola, la componente horror sia molto meno splatter di quanto ci si potrebbe attendere: se è vero che vedere il promoter giocare a biliardo con la testa di qualcuno oppure ammirare teste mozzate e arti tagliati specialmente quando Shiro decide di darci dentro fa sempre il suo effetto, lo fa anche l'affidarsi piuttosto all'utilizzo di ambienti scuri e scarsamente illuminati – e l’angolo di illuminazione, accuratamente studiato, in questo caso fa davvero la differenza – e alla componente sonora fatta di musiche pesanti ed incalzanti, ripetizioni di motivi con aumento del volume e distorsioni piuttosto ficcanti che decisamente danno idea di ansia.
Se alcuni difetti vuoi trovare, questi stanno in alcuni dei personaggi – qualche stereotipo come Ganta che tuttavia, tra i personaggi Shinji-Style del dopo Evangelion, non ne esce poi nemmeno malissimo a paragone con alcuni colleghi - e nel fatto che la trama rimane monca lasciandoti così tutta una serie di quesiti tra i quali Shiro, la causa del Dead Hole e conseguente origine dei DeadMan e molto altro ancora.
Nel complesso un’opera sicuramente godibile, che vale il tempo speso per la sua visione. Per chi voglia il proprio Ramo del Peccato, recarsi qui in comodo streaming sulla sempre ottima piattaforma VVVID.
Deadman Wonderland: un bel concept e forse…qualcuno ha copiato?
Reviewed by radish7
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07:00
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