I videogames di The Blair Witch - Blair Witch Volume III: la leggenda di Elly Kedward




Ormai ci hai preso gusto e vai fino in fondo alla foresta di Blair, possibilmente trovandone l'uscita. Così, dopo il primo videogame ed il secondo, ti sei sciroppato tra twana e cumuli di pietra pure la terza installazione dal nome ameno di Blair Witch Volume III: The Elly Kedward Tale, per la generosa produzione della Ritual Entertainment ed un totale di circa 8500 copie vendute - meno dei precedessori, quindi -. 

Devi ammettere che il fatto che ai botteghini i risultati siano stati inferiori ti ha un po' sorpreso perchè dal tuo punto di vista questo è il migliore dei 3 videogame. Perchè? Armarsi di telecamere che si va. 


La realizzazione ed il concept: notevoli miglioramenti 

Sì, tanto dal punto di vista della grafica quanto da quello del gameplay questo è per te il gioco migliore dei tre. 

Graficamente questo titolo di presenta ambientazioni molto più varie rispetto ai predecessori ed anche una definizione meno poligonosa e spigolosa. Si possono così trovare la classica Blair - con un paio di locations particolarmente battute, carceri e chiesa -, la foresta - meno dispersiva rispetto alle precedenti installazioni e più funzionale all'essere un semplice passaggio verso i luoghi veramente significativi - e soprattutto i tre piani di esistenza - ci torni poi - uno dei quali presenta un'accattivante impronta gotica sia nei monumenti che nell'atmosfera generale grazie anche ad un comparto sonoro molto interessante che varia tra canoni religiosi e sonetti gotici al fine di conferire una cupa solennità soprannaturale. 

Anche il gameplay appare molto più ordinato rispetto ai precedessori. Meno oggetti da raccogliere e per ciascuno una spiegazione molto più dettagliata delle caratteristiche e dei piccoli indizi sul possibile utilizzo; una mappa molto più chiara anche grazie alla riduzione dell'ampiezza delle varie locations; dialoghi più brevi e diretti al punto; migliore anche l'impostazione delle armi e dei curativi - maggiore varietà delle armi e più semplice divisione tra fisiche e magiche che consumano energia vitale e/o mana -: sessioni di esplorazione che sfoggiano pure qualche semplice enigma e che si concludono sempre con dei miniboss - che adorano farsi comunque accompagnare da mostri più consueti - finalizzate a recupero di oggetto che sblocchi la successiva missione; tutto appare più facilmente intelligibile e in generale il gioco diviene facile da fruire. 



La trama: ordinata, semplice e creativa al punto giusto

L'episodio preso in considerazione stavolta è quello di Jonathan Prye e della sua lotta contro Hec Aitomix; cacciatore di streghe di professione, egli si reca a Blair il 20/02/1786 in preda peraltro ad una crisi di fede, ben evidenziata nella sua lettera a Padre Joshua Stone con cui si apre il videogame. Troverà subito gli abitanti in fuga dal luogo e solo due personaggi decisi a rimanere: padre Hale Goodfellow ed il carceriere Johan che tiene presso le sue carceri il bevitore incallito Hirrum Heathtow e l'alunna di Elly Kedward, tal biondona di nome Elizabeth Styler. Nel corso della sua avventura Prye avrà modo di incrociare amici - come Asgaya Gigagei, sciamano dei Nanticoke, il cui nome è sinistramente identico a quello dell'indiano che la protagonista del primo gioco conoscerà oltre un secolo dopo - e nemici vari di cui parlerai tra poco. 

La storia di Elly viene raccontata da padre Goodfellow nella stessa maniera ormai ben nota: accusata di lurare i bambini per prenderne il sangue, la Kedward venne scoperta grazie ad una di quelle bambine, Isabelle Able, che si fidò di padre Goodfellow e gli raccontò tutto. A quel punto la strega venne legata ad un carriola e trasportata nelle Black Hills dove venne abbandonata a morire di stenti. 
Peccato che a quel punto i bambini che l'accusarono cominciarono a sparire; in più si assistette a fenomeni quali lo scoperchiamento di tombe con scomparsa dei cadaveri e il girovagare di simil- zombie con occhio diabolico dall'odore orribile. Quanto basta per far scappare chiunque.  

Alunna di Elly sarebbe Elizabeth Styler, dalla Kedward chiamata in aiuto, e ritrovata proprio nella casa della strega mentre rimuginava strane frasi incomprensibili circondata di interiora di animali morti disposti secondo una figura strana. Catturata, venne posta nella prigione di Blair, in una cella con a terra effigiato un simbolo a cura dello stesso pastore che dovrebbe sigillare i suoi poteri da strega. Accanto a lei sta il già menzionato campione universale di alcool ingurgitato Hirrum Heathtow che più che parlare di streghe e demoni non fa in realtà. 

A colpire forte è l'ordine con cui i vari pezzi si incastrano assieme: il gioco si configura come una serie di missioni obbligate al fine di raggiungere, combattere e sconfiggere Hec Aitomix nel luogo dove si è rintanato. 

La mitologia che ne deriva è affascinante e ben comprensibile. Al posto dei vari "path" del primo videogame - sorte di diverse dimensioni temporali - qui ci sono 3 piani di esistenza diversa, tutti accessibili mediante dei portali situati in varie parti della foresta la cui chiave è costituita da specifici Twana che non saranno ovviamente forniti a gratis al protagonista e tutti presidiati da un sottoposto demoniaco di Hec Aitomix. 



Prima di arrivarci, però, un tocco di storia prima della fondazione di Blair per cortesia di Asgaya: prima dell'arrivo dell'uomo bianco, i pellirossa solevano fare dei tributi ad Hec al fine di ottenere favori e protezione e tutto filava liscio; le lingue biforcute però non l'avrebbero più fatto e il demone non se la prenderà a male: no, semplicemente deciderà di provvedere da solo, prendendosi bambini, diventando sanguinario e proponendosi di estinguere i caucasici irriverenti. Nel caso di specie egli si prende alcuni bambini e li sacrifica nei tre diversi piani dell'esistenza - vuole fonderli in uno da dominare sanguinosamente - che a questo punto decidi pure di illustrare nella consueta magica formula del listone dimensione formato famiglia: 

- il Piano Naturale, ossia il nostro, considerato quello di mezzo. Qui si svolgono gran parte delle vicende. Prye avrà modo di parlare con gli altri protagonisti della storia; di visitare Coffin Rock vicino al centro della foresta per trovarvi una legata Isabel Able, originaria accusatrice della Kedward presso Padre Goodfellow, con deliziosi simboli rituali effigiati sul suo corpo; di recarsi presso il Grande Albero da cui dipende la sopravvivenza di tutta la foresta nel frattempo indebolito a causa di una maledizione da parte di strega - che dovrebbe essere, anche se mai precisato, la Styler - e di ottenervi la Magia degli Scarabei che indebolisce i nemici; di accedere alla casa di Elly Kedward, dove avrà modo di recuperare il talismano di Oshadegea che permette di trasformarsi in aquila e quindi di attraversare grandi distanze; di farsi guidare da un lupo bianco - al posto del gufo della prima installazione - ad incontrare Asgaya Gigagei dal quale scoprirà di più su quanto sta accadendo e riceverà tutta una serie di poteri tra cui il Simbolo della Vista Spirituale - che consente di vedere le proprie paure e di spottare i nemici nei dintorni - con capacità curative e la Boccetta dei Fulmini che raccoglie una grande tempesta mitologica e qualora ne siano versate delle gocce scatena fulmini nei paraggi; di visitare anche la tomba di un grande guerriero indiano per sconfiggervi Mann - A - Totek, sorta di minotauro ed ottenere il Bastone del Fuoco.
 
- il Piano degli Spiriti o piano superiore, un tempo libero ma poi corrotto da Hec Aitomix e costellato di spiriti che attaccano con fulmini oltre al miniboss di fine livello Hino, demone alato alla cui sconfitta si accompagnerà la liberazione da Hec e l'omaggio del Bastone dei Fulmini. Per entrarvi è necessario uno speciale Twana con un talismano a forma dell'Orso Hnyagwai, simbolo di coraggio 

- il Piano dei Demoni, covo di Hec Aitomix da ormai 20 generazioni, la cui entrata è possibile solo se dotati di un Twana formato dalle ossa di valoroso indiano prontamente confezionato da Elizabeth Styler; al portale relativo conduce un lupo nero di nome Tawiscari che poi gentilmente si trasformerà in mannaro, costringendo Prye ad un'ardua battaglia. In questo piano avverrà la battaglia finale prima contro il demone Baal e poi contro lo stesso Hec e poi una fuga a tempo; qui Prye riceverà il talismano della Forza, potere del supera ostacoli Gunnoyadak. 


Due finali 

Due sì, ma non tanto diversi in realtà. Atteso che il nemico finale è Elizabeth - il cui scopo era aprire i portali dei vari piani per consentire il ritorno di Hec Aitomix di cui avrebbe poi costituito il vessel fisico - la si può uccidere e ricevere i ringraziamenti degli abitanti di Blair per poi andarsene in seno alla ritrovata fede religiosa e riprendere la vita di ogni giorno; oppure esorcizzarla, liberarla dal possesso di Hec, ricevere una proposta di vita insieme dalla biondona ma ovviamente declinare e ritornare di nuovo alla propria vita precedente sulla base della ritrovata fede. 


In definitiva un videogame piacevole della durata giusta di circa 2 ore e mezza, fatto secondo i crismi del tipico survival horror semplificato; per chi voglia accompagnare Prye nella sua lingua madre la direzione è questa.

I videogames di The Blair Witch - Blair Witch Volume III: la leggenda di Elly Kedward I videogames di The Blair Witch -  Blair Witch Volume III: la leggenda di Elly Kedward Reviewed by radish7 on 09:35 Rating: 5

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